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† Pola de Somiedo, Spagna, 28 ottobre 1936
All’alba del 27 ottobre 1936, nel corso della guerra civile spagnola, l’esercito repubblicano sferrò un attacco contro l’ospedale di Puerto de Somiedo. I feriti vennero uccisi sul posto, mentre il personale sanitario venne catturato. Ne facevano parte tre donne, María Pilar Gullón Yturriaga, Octavia Iglesias Blanco e Olga Pérez-Monteserín Núñez, infermiere volontarie: non avevano voluto abbandonare i feriti nonostante il pericolo. Dopo un lungo cammino a piedi, vennero condotte alla sede del Comitato di guerra e quindi ai miliziani, che le sottoposero per tutta la notte a vessazioni e torture. Non rinnegarono mai Dio né la loro patria e continuarono a pregare, fedeli a quanto avevano sempre fatto. Vennero fucilate il 28 ottobre 1936, verso mezzogiorno, in un prato fuori città, da tre donne miliziane. Furono beatificate il 29 maggio 2021, sotto il pontificato di papa Francesco. I loro resti mortali sono venerati nella cattedrale di Santa Maria ad Astorga, precisamente nella cappella di san Giovanni Battista, mentre la loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui le Diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del Ventesimo Secolo.
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Una causa di sole martiri spagnole laiche
La causa di beatificazione e canonizzazione di María Pilar Gullón Yturriaga e due compagne rappresenta quasi un’eccezione, rispetto agli altri casi di martiri laici spagnoli del Ventesimo secolo: nella maggior parte dei casi, infatti, essi sono compresi in cause di cui fanno parte anche sacerdoti, religiosi e religiose.
Il contesto in cui si consumò la loro fine terrena fu caratterizzato da una palese persecuzione contro i cattolici, compresi i laici che, come loro, facevano parte di varie associazioni ed erano dediti alla carità e all’impegno da credenti nella società.
Tre vite unite dallo stesso ideale
María Pilar, nata a Madrid, aveva cercato riparo ad Astorga non appena cominciarono a intensificarsi gli atti persecutori contro la Chiesa: la sua famiglia era conosciuta e rispettata in quella cittadina della provincia di León, dove trascorreva le vacanze estive.
Octavia Iglesias Blanco, sua cugina di secondo grado (le loro madri erano cugine), era invece nativa del luogo, mentre la loro amica Olga Pérez-Monteserín Núñez aveva visto la luce a Parigi; i suoi genitori si erano trasferiti ad Astorga quando era bambina.
Tutte e tre erano profondamente credenti ed esprimevano la fede mediante numerose opere di carità, non ultima quella di confezionare indumenti per i soldati al fronte durante la guerra civile. In più, Pilar e Octavia erano entrate nella formazione politica di Acción Popular, promossa dal cardinale arcivescovo di Toledo Pedro Segura e guidata dal pensiero politico di Ángel Herrera Oria, anche lui in seguito vescovo e cardinale. La loro scelta era motivata dallo stimolo, motivato dalla gerarchia, per cui i laici dovevano difendere i principi cattolici, i loro interessi e i loro obiettivi, per sostenere la dignità dell’impegno politico.
Infermiere volontarie nel mezzo della guerra civile
All’inizio dell’ottobre 1936 arrivarono come volontarie sanitarie della Croce Rossa all’ospedale di Puerto de Somiedo, nelle Asturie, presso il fronte. Terminato il loro turno di servizio di otto giorni, vollero restare, tenuto conto della situazione di emergenza.
All’alba del 27 ottobre, l’ospedale fu attaccato dall’esercito dei miliziani. Pur avendo la possibilità di scappare, le infermiere decisero di non abbandonare i feriti per continuare ad assisterli, consapevoli di mettere a rischio la propria stessa vita. Tuttavia, i feriti vennero fucilati sul posto e il personale sanitario fatto prigioniero.
Forti e fedeli anche in mezzo alle torture
Le tre infermiere vennero condotte a Pola de Somiedo, dopo un lungo cammino a piedi, insieme ad altri prigionieri. Pur essendo collegate con la Croce Rossa, quindi al di sopra delle parti, vennero consegnate al locale Comitato di guerra, quindi ai miliziani che per tutta la notte le sottoposero a vessazioni e abusi.
I carcerieri pretesero che rinnegassero la fede in cambio della liberazione, ma, al loro netto rifiuto, aumentarono gli atti violenti. Nonostante la tortura e le umiliazioni, le tre donne non nascosero di essere cristiane e si prepararono alla morte con spirito di fede e pregando, tanto che alcuni le avevano scambiate per delle suore.
Il martirio
A mezzogiorno del 28 ottobre 1936 vennero portate in un prato fuori dalla città di Pola de Somiedo e fucilate con altri due prigionieri da tre donne miliziane, che si spartirono i loro vestiti, dei quali erano state precedentemente spogliate.
I loro corpi privi di vita vennero trascinati tra gli scherni e abbandonati per tutta la notte, poi sepolti in una fossa comune, scavata da alcuni uomini della città, obbligati a farlo dai miliziani.
Le ricadute nell’opinione pubblica
La notizia della morte delle infermiere circolò immediatamente: era la prima volta che tre esponenti della Croce Rossa venivano uccise in Europa, per di più da donne come loro e dopo aver subito violenza.
La Croce Rossa spagnola, insieme alla Croce Rossa internazionale, insistette presso il Governo perché venisse fatta giustizia. Il 10 febbraio 1937 emersero i primi dettagli sulla loro morte. Si dovette però aspettare il 30 gennaio 1938 perché i corpi venissero riesumati.
Il giorno seguente ottennero sepoltura privilegiata nella cattedrale di Santa Maria ad Astorga, dopo i solenni funerali presieduti dal vescovo monsignor Antonio Senso Lázaro, alla presenza di numerose associazioni cattoliche e non confessionali, capeggiate queste ultime dalla Croce Rossa. Il 28 giugno 1948 ebbero nuova sistemazione, sempre all’interno della cattedrale, precisamente nella cappella di san Giovanni Battista.
La fama di martirio e la causa di beatificazione e canonizzazione
Pilar e le sue compagne vennero subito circondate da fama di martirio. Tuttavia, la loro causa di beatificazione e canonizzazione non fu avviata prima del 2005, anno in cui, il 30 novembre, venne concesso il nulla osta. Il processo diocesano si svolse quindi dal 24 marzo 2006 al 15 marzo 2007 presso la diocesi di Astorga.
Ottenuta la convalida giuridica il 4 giugno 2009, venne preparata la “Positio super martyrio”, consegnata nel 2016. La causa passò quindi ai Consultori Storici della Congregazione delle Cause dei Santi, che l’esaminarono il 9 febbraio 2016. Il 23 ottobre 2018 si svolse il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, seguito, il 2 giugno 2019, dalla Plenaria dei cardinali e dei vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi.
La beatificazione
L’11 giugno 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui Pilar e compagne venivano dichiarate martiri.
La loro beatificazione si svolse quindi il 29 maggio 2021 presso la cattedrale di Astorga, presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. La loro memoria liturgica venne fissata al 6 novembre, giorno in cui le Diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del Ventesimo secolo.
Preghiera (tradotta dall’originale spagnolo)
Dio misericordioso, gloria dei martiri e gioia dei fedeli, che hai concesso alle tue figlie Pilar, Octavia e Olga, martiri di Astorga, la fortezza necessaria per accettare le torture e la morte come olocausto e come testimonio di fedeltà al tuo amore, a servizio dei fratelli, ti preghiamo con umile fiducia di concederci la grazia di essere strumenti della tua pace e del tuo amore per tutti gli uomini, imitando il loro esempio di fedeltà a Te, di carità eroica e di servizio ai bisognosi.
Degnati di glorificare le tue Serve e concedici per loro intercessione la grazia che ti chiedo… per Cristo nostro Signore. Amen.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria
I profili singoli
99181 - María Pilar Gullón Yturriaga, 25 anni
99182 - Octavia Iglesias Blanco, 41 anni
99183 - Olga Pérez-Monteserín Núñez, 23 anni
Autore: Emilia Flocchini
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