Mosca, Russia, 22 settembre 1896 - Essex, Regno Unito, 11 giugno 1993
Nato a Mosca nel 1896, Sergej Sakharov, divenuto monaco con il nome di Sofronio, visse tra esilio, eremitaggio e instancabile dedizione alla fede. Incontrò lo starets Silvano sul Monte Athos e ne divenne discepolo. Nel 1959 fondò il monastero di San Giovanni Battista in Inghilterra, centro di Ortodossia in Occidente. La sua riforma liturgica valorizzava la "preghiera del cuore". Morto nel 1993, fu canonizzato nel 2019.
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Sergej Semenovich Sakharov, il futuro skhiarkhimandrit (monaco al massimo livello di professione), nasce il 22 settembre 1896 a Mosca. Durante la Prima guerra mondiale presta servizio come ingegnere dell’esercito, e nel 1915 entra nell’accademia delle Belle Arti, dove studia fino al 1917. La rivoluzione lo costringe all’esilio, insieme a tanti intellettuali ed esponenti della cultura non graditi al nuovo regime, e a poco più di 20 anni si trova a Parigi, dove studia all’istituto teologico di S. Sergio, fondato dagli emigrati russi. Oggi proprio questo istituto si trova al centro delle contese tra Mosca e Costantinopoli per i destini dell’eredità dei russi europei.
Sakharov si trasferisce poi in Jugoslavia, e infine giunge al Monte Athos, dove nel 1925 entra nel monastero Panteleimon, chiamato anche “Rossikon”, costituito da monaci russi. Nel 1927 fa la sua prima professione, ricevendo il nome di Sofronio. In quegli anni conosce il famoso starets Silvano, di cui diviene il figlio spirituale prediletto, e del quale poi scriverà una biografia molto diffusa in tutto il mondo cristiano di Oriente e Occidente.
Dopo la morte di Silvano, il discepolo va “nel deserto”, vivendo da eremita negli skity dell’Athos, e nel 1941 viene ordinato sacerdote (“ieromonaco”) da un vescovo serbo. Nel 1959 si reca in Gran Bretagna, dove inizia una delle più riuscite esperienze di “Ortodossia in Occidente”, fondando il monastero di S. Giovanni il Precursore nella contea di Essex. I suoi discepoli ancora oggi mostrano ai pellegrini una straordinaria armonia di ascesi orientale e pastorale occidentale, con grande partecipazione dei laici insieme al clero e ai monaci, senza mai cercare di ottenere notorietà, ma moltiplicando i frutti di grazia spirituale per tante persone e tanti bisognosi.
L’archimandrita Sofronio è noto per aver compiuto anche una particolare riforma liturgica nel suo monastero, sostituendo alla canonica Liturgia delle Ore la “preghiera del cuore”, la ripetizione incessante della giaculatoria “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!” che caratterizza l’esperienza del “pellegrino russo”. Si tratta di una spiritualità radicale di superamento di tutti i formalismi, che prende origine proprio dai padri spirituali russi del Monte Athos fin dal XVIII secolo. I monaci dell’Essex si riuniscono, anche con i laici, per due ore al mattino e due ore alla sera, a concentrarsi sulla preghiera di Gesù, che ognuno poi è invitato a proseguire lungo la giornata “secondo il ritmo del respiro”.
Padre Sofronio è morto nel suo monastero dell’Essex l’11 giugno del 1993.
Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ha dato notizia della canonizzazione il 22 ottobre 2019, durante la sua visita ai monasteri della Santa Montagna, dove pure in questi giorni si susseguono visite contrapposte di esponenti “concorrenti” di Kiev e Mosca, che cercano di tirare dalla propria parte gli austeri monaci athoniti. Il gesto del patriarca ha ricordato che le contese ecclesiastiche non reggono il confronto con i segni della grazia divina, distribuiti senza calcoli a tutte le Chiese e le comunità cristiane di ogni latitudine.
Insieme a lui, il patriarca Bartolomeo ha canonizzato altri quattro monaci greci, asceti del Monte Athos: Ieronymos di Simonos Petra (+ 1957), Daniele di Katunakis (+ 1929), Giuseppe l’Esicasta (+ 1959) e Efrem di Katunakis (+1998). Ai santi monaci si affida dunque la speranza dell’unità della Chiesa di Oriente e Occidente.
Autore: Stefano Caprio - Asianews
Sergej Semenovich Sakharov, meglio conosciuto come San Sofronio, fu un monaco ortodosso russo che dedicò la sua vita alla preghiera, all'insegnamento e alla diffusione della fede cristiana. Nato a Mosca nel 1896, visse in un'epoca di grandi sconvolgimenti storici, tra la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Russa. Queste esperienze lo spinsero ad esiliare in Europa, dove intraprese un percorso spirituale che lo portò a diventare uno dei più importanti esponenti dell'Ortodossia in Occidente.
Gioventù e formazione
Sakharov nacque in una famiglia benestante e ricevette un'educazione di alto livello. Durante la Prima Guerra Mondiale servì come ingegnere militare, ma la sua vera vocazione era altrove. Nel 1915 entrò all'Accademia delle Belle Arti di Mosca, dove iniziò a sviluppare un profondo interesse per la teologia e la spiritualità ortodossa.
L'esilio e l'incontro con l'Ortodossia in Occidente
La Rivoluzione Russa del 1917 sconvolse la vita di Sakharov, costringendolo a fuggire dal suo paese natale. Insieme a molti altri intellettuali ed esponenti della cultura non graditi al nuovo regime, si ritrovò a Parigi, dove ebbe l'opportunità di studiare all'Istituto Teologico di San Sergio, fondato da emigrati russi.
La vita monastica sul Monte Athos
Dopo un periodo a Parigi, Sakharov si trasferì in Jugoslavia e infine raggiunse il Monte Athos, una penisola greca nota per i suoi monasteri ortodossi. Nel 1925 entrò nel monastero di Panteleimon, noto anche come "Rossikon", popolato da monaci russi. Qui fece la sua prima professione monastica, assumendo il nome di Sofronio.
Incontro con Silvano e la "preghiera del cuore"
In quegli anni, Sakharov ebbe modo di conoscere il famoso starets Silvano, una figura centrale della spiritualità ortodossa del XX secolo. Divenne il suo figlio spirituale prediletto e in seguito scrisse una biografia di Silvano che ebbe una vasta diffusione in tutto il mondo cristiano.
Dopo la morte di Silvano, Sakharov si ritirò in eremitaggio, vivendo da solo in uno skity dell'Athos. Nel 1941 fu ordinato sacerdote ("ieromonaco") da un vescovo serbo.
Fondazione del monastero di San Giovanni Battista in Essex
Nel 1959, Sakharov si trasferì in Gran Bretagna, dove fondò il monastero di San Giovanni Battista nella contea di Essex. Questa divenne una delle più importanti esperienze di "Ortodossia in Occidente". Il monastero divenne un luogo di pellegrinaggio per persone provenienti da tutto il mondo, attratte dalla spiritualità autentica e dalla profonda saggezza di Sakharov.
La riforma liturgica e la "preghiera di Gesù"
Sakharov è noto per aver introdotto una particolare riforma liturgica nel suo monastero. In sostituzione della canonica Liturgia delle Ore, propose la "preghiera del cuore", la ripetizione incessante della giaculatoria "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!". Questa pratica, radicata nella tradizione mistica ortodossa, divenne un elemento centrale della spiritualità del monastero.
Morte e canonizzazione
Sakharov morì nel suo monastero dell'Essex l'11 giugno 1993. Nel 2019 il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo lo canonizzò, riconoscendo il suo importante contributo alla spiritualità ortodossa e al dialogo tra Oriente e Occidente.
Autore: Franco Dieghi
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