Sturno, Avellino, 23 dicembre 1936 – Roma, 3 marzo 2020
Dal 1977 al 2016 Abbadessa generale dell'Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida.
|
E’ riuscita a diventare amica di Fidel Castro per aprire dei conventi a Cuba, è stata la sola ad entrare nella cappella privata dove erano le spoglie di Giovanni Paolo II, in ogni parte del mondo apriva nuove case, ha portato dal Papa i reali di Svezia e in particolare la Regina Silvia che ha sostenuto diverse attività della Santa Sede.
Madre Tekla Famiglietti per 37 anni abbadessa generale dell'Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida è morta il 3 marzo 2020, aveva 84 anni e da tempo era malata.
Nel 2016 aveva lasciato la guida delle Brigidine. Il suo ultimo grande impegno come abbadessa è stata la canonizzazione di madre Elisabetta Hesselblad, che lei aveva conosciuto personalmente, nel giugno del 2016 a Roma.
Il suo lavoro ecumenico era un impegno continuo tanto che decise di offrire una piccola cappella del Convento di Piazza Farnese dove sono anche le camere dove visse Santa Brigida alla parrocchia della Chiesa di Svezia a Roma.
Madre Tekla ha guidato l’ Ordine per 37. Anni in cui l’Ordine è cresciuta non senza difficoltà e critiche. Molto legata a Papa Giovanni Paolo II, ha avuto da lui stesso la concessione di poter essere badessa a vita, ma evidentemente l’arrivo degli 80 anni sono stati anche per lei un segno.
Oggi le suore sono circa 700, i conventi 55 in 19 paesi del mondo, tra cui Cuba e Terra Santa.
Nata ad Avellino, Tekla Famiglietti è entrata nell’Ordine delle Suore Brigidine a soli 14 anni, portando a termine gli studi in convento.
“L’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida- aveva detto in una intervista nel 1999- mi appassionò sin da quando l’ho incontrato la prima volta: c’era il giusto equilibrio tra vita contemplativa e vita attiva. Ho passato i primi anni di vita conventuale a Lugano, in Svizzera. Quel monastero è un gioiello, immerso in una natura meravigliosa. Sono stata lì per 24 anni, la metà dei quali come madre badessa del monastero”.
Per alcuni troppo potente dovette anche affrontare diverse difficoltà con alcune suore indiane che la accusarono di farle lavorare più che pregare, ma tutto si risolse in qualche articolo di giornale.
Tra gli appuntamenti diventati ormai tradizione nati per volontà di Madre Tekla da ricordare quello del giorno di Santo Stefano. Il 26 dicembre infatti a Piazza Farnese si cantano le canzoni tradizionali svedesi e si mangiano i dolcetti allo zenzero e allo zafferano. Madre Tekla cantava con voce potente e riusciva a coinvolgere ambasciatori e cardinali.
Autore: Angela Ambrogetti
|