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Beato Giuseppe Rescalvo Ruiz Sacerdote e martire
Festa:
29 settembre
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Juviles, Spagna, 20 maggio 1880 – Cádiar, Spagna, 29 settembre 1936
José Rescalvo Ruiz nacque a Juviles il 20 maggio 1880. Studiò nel Seminario di San Cecilio di Granada e fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1906. Fu parroco di Castell de Ferro, Calahonda, Pampaneira, Trevélez e Cástaras, dotato di virtù esemplare e semplice come un bambino. La sua ultima destinazione fu la parrocchia di Cádiar, dove lo colse la guerra civile spagnola e la conseguente persecuzione. Fu arrestato il 12 settembre 1936, ma le sue sorelle riuscirono a procurarsi, con una colletta tra i fedeli, il denaro necessario per la cauzione. Insieme a loro, don José si diresse in una cascina a Cuesta del Molino. Il 29 settembre, benché malato e invalido, fu obbligato a uscire dalla casa: venne ucciso a pochi metri di distanza. Poco prima aveva dato il suo arrivederci in Cielo alle sorelle. Fu incluso in un gruppo di sedici martiri della diocesi di Granada, beatificati nella cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione a Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco. I suoi resti si trovano nel cimitero di Lobras.
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José Rescalvo Ruiz nacque a Juviles il 20 maggio 1880. Studiò nel Seminario di San Cecilio di Granada, risiedendo al Collegio di San Ferdinando. Ricevette l'ordinazione sacerdotale il 22 settembre 1906.
Fu parroco di Castell de Ferro e Calahonda per quattro mesi, passando a Pampaneira come parroco per più di tre anni. Servì anche come parroco Trevélez per alcuni mesi e fu parroco di Cástaras fino al 1924, quando passò alla sua ultima destinazione, la parrocchia di Cádiar.
Aveva compiuto gli studi con altissimi voti, ma era un sacerdote modesto, laborioso e metodico, di carattere calmo e sereno; dotato di una virtù esemplare e di una squisita rettitudine, di una bontà molto particolare, semplice come un bambino.
Il 13 agosto la chiesa di Cádiar fu data alle fiamme, mentre il 12 settembre il parroco venne arrestato. Le sue sorelle Lola e Celia, con le quali viveva raccolsero tra i fedeli quanto era necessario per la cauzione. Liberato dopo otto giorni, don José, insieme alle sorelle, si diresse in un casale situato nella località di Cuesta del Molino, ai confini con Lobras.
La notte del 29 settembre alcuni uomini bussarono alla porta: aprì Celia, ma venne a sapere che cercavano il fratello. Lui era a letto per reumatismi, ma venne trascinato fuori: le sorelle, invece, vennero chiuse in casa. Il sacerdote fu ucciso a pochi metri di distanza, sotto la finestra della casa.
Aveva detto poco prima: «Voi siete testimoni che se muoio perché sono sacerdote, muoio con piacere e muoio baciando la mano del Signore, perdono i miei nemici e voglio che mi perdonino. Voi, sorelle mie, non piangete per me, guardate quanto sono calmo; rivivremo in Cielo e mai più saremo separati». I suoi resti si trovano nel cimitero di Lobras. Le due sorelle rimasero nubili e conservarono la sua memoria.
Don José fu inserito nella causa che comprendeva altri tredici sacerdoti e due giovani laici (uno era seminarista), tutti della diocesi di Granada, uccisi nel corso della persecuzione della guerra civile spagnola. La loro beatificazione si svolse nella cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione a Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco.
Autore: Emilia Flocchini
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