Quelli dei santi Giusto e Marco furono i primi corpi santi a giungere in Val di Magra nel 1625 quando in tutta la Chiesa si diffuse tale devozione. Essi erano stati scoperti nel 1606 da Giovanni Pacheco, marchese di Villena e ambasciatore del re di Spagna presso Paolo V, il quale era stato autorizzato dallo stesso pontefice ad estrarre i corpi dei martiri dagli antichi cimiteri sotterranei di Roma affinchè si potessero collocare in un luogo più adatto alla venerazione e per farne dono ai fedeli che ne avessero fatto richiesta. Il Pacheco li aveva depositati, come avveniva di consueto, presso la sacrestia vaticana dalla quale, in seguito, Giovanni Battista Raymondi li aveva a sua volta estratti per consegnarli a tre frati agostiniani del convento di Pontremoli (MS): Bernardino, Antonio e Paolino. La consegna avvenne nel convento di Santa Maria del Popolo a Roma, anch’esso appartenente agli agostiniani della Congregazione di Lombardia come quello di Pontremoli. Giunti all’Annunziata, chiesa del convento lunigianese, dopo la ricognizione canonica, i corpi santi furono posti sotto l’altare della cappella di San Nicola da Tolentino in due cassette lignee protette da una grata di ferro. Una parte minore delle reliquie, invece, trovò posto in due busti reliquiario, anch’essi di legno, che rappresentano due figure maschili con la palma del martirio. Il verbale della ricognizione oltre a riassumere questa storia, attesta la consistenza delle reliquie: la testa intera e molte ossa di Giusto, parti della testa, le tibie, le braccia e altre ossa di Marco. Infine, veniva decretata la possibilità di esporle alla pubblica venerazione e di portarle in processione.
Autore: Don Emanuele Borserini
|