Nel 1645, Giacomo Francesco Ariberti, figlio del feudatario di Malgrate Bartolomeo Ariberti nonché Protonotario apostolico de numero partecipante e Chierico della Camera apostolica, ricevette in dono dal monaco certosino padre Alessio Salanora da Cremona per conto del cardinale vicario Marzio Ginetti due reliquie per la comunità di Filetto. Si tratta dalle braccia dei martiri Genesio e Leonardo, così “battezzati” al loro rinvenimento, secondo la comune pratica di attribuire ai corpi dei quali non si conosceva l’identità un nome che fosse significativo per coloro che ne sarebbero stati i destinatari. La reliquia di san Genesio, infatti, andò ad arricchire l’antica festa che a Filetto si teneva il 25 agosto in onore di un santo che portava questo nome. Il patrocinio del santo era particolarmente invocato su coloro che soffrivano di epilessia, detta “morbo comiziale”. Le due reliquie giunte da Roma in una cassa di legno erano contenute in due artistici reliquiari in legno dorato e argentato a forma di avambraccio recante in mano la palma del martirio.
Autore: Don Emanuele Borserini
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