Cosimo Centurioni, gentiluomo genovese, ottenne nel 1665 il corpo di san Severo martire dalla Santa Sede Apostolica perché aveva l’intenzione di “arricchire di questo Santo Tesoro la Chiesa Abbatiale” di Aulla (MS). Dopo la ricognizione effettuata da mons. Giambattista da Diece, vescovo di Brugnato, la reliquia fu deposta in un’urna di legno e lamine d’argento con ampi vetri e collocata sotto l’altare della confraternita del Rosario, per l’occasione rinnovato in marmo dallo stesso Centurioni. La festa fu fissata per la seconda domenica di settembre, giorno della solenne traslazione dalla casa del gentiluomo alla chiesa abaziale e poi parrocchiale di San Caprasio. Il primo miracolo attribuito al santo fu proprio per Maria, figlioletta di Cosimo e Francesca Centurioni che guarì pur “essendo da tre mesi disperata la salute”. A causa del bombardamento della chiesa nel secondo conflitto mondiale e dei successivi restauri, l’altare non esiste più ma l’urna e il corpo santo che essa contiene sono confluiti nell’adiacente Museo di San Caprasio.
Autore: Don Emanuele Borserini
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