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Suor Ines Nieves Sancho Figlia di Gesù
Festa:
Testimoni
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+ Nola, Repubblica Centrafricana, 20 maggio 2019
Suor Ines Nieves Sancho, religiosa spagnola di 77 anni, delle comunità locale delle Figlie di Gesù, è stata barbaramente assassinata nelle prime ore della mattina del 20 maggio 2019, nel villaggio di Nola, presso Berberati, nel sud-ovest della Repubblica Centrafricana, al confine con il Camerun. Suor Ines, nonostante l’età e che fosse rimasta da sola, aveva continuato a prestare servizio a Nola, dove da decenni impartiva alle ragazze lezioni di cucito. In uno dei saloni dell'edificio che utilizzava per insegnare alle ragazze a cucire e a imparare un mestiere, l’hanno condotta i suoi assassini per ucciderla, dopo averla prelevata dalla sua camera da letto. Papa Francesco nel corso dell'udienza generale del 22 maggio ha così ricordato la missionaria uccisa: “Vorrei ricordare con voi oggi suor Ines, di 77 anni, educatrice delle ragazze povere da decenni, uccisa barbaramente in Centrafrica proprio nel locale dove insegnava a cucire, una donna in più che dà la vita per Gesù nel servizio dei poveri”. (Agenzia Fides)
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Minuta, gentile, assolutamente pacifica. Così chi l’aveva conosciuta descrive suor Inés Nieves Sancho.
La religiosa, 77 anni, è stata trovata morta nel villaggio di Nola, diocesi di Berberati, nella Repubblica Centrafricana, nei locali dove insegnava alle ragazze in primo luogo a cucire e a provare a farsi una vita migliore. Il suo corpo è stato orrendamente mutilato.
Suor Inés apparteneva alla piccola comunità locale delle Figlie di Gesù. Da molti anni era impegnata in questo grande agglomerato della prefettura di Sangha-Mbaéré, nel sudovest della Repubblica Centrafricana, al confine con il Camerun. Qui, in un contesto fatto di edifici e baracche tirati su approssimativamente, da decenni aveva prestato la sua opera fino all’età avanzata. Aveva voluto rimanere a tutti i costi, anche da sola, per continuare nella sua missione finché le forze glielo avessero concesso. «C’eravamo viste a Pasqua — racconta suor Elvira Tutolo, delle Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret, da 18 anni in missione nel paese africano, a Berberati — e lei non era voluta venire via. Diceva: “Non sono sola! Ci sono le ragazze”».
Nella notte fra domenica e lunedì alcuni sconosciuti si sono introdotti nella sua stanza, l’hanno prelevata e l’hanno condotta proprio nei locali dove teneva le sue lezioni di cucito. Forse un luogo simbolico per i suoi aggressori. Qui l’hanno decapitata.
I motivi dell’aggressione sono ancora sconosciuti. Nessuno ha rivendicato l’azione. Sebbene la scelta del luogo dell’omicidio possa essere indicativa, fra le ipotesi c’è anche quella della turpe pratica del commercio di organi umani. Spesso questo tipo di azione viene considerata propiziatoria di fortune, in primo luogo di una buona riuscita nella ricerca dei diamanti.
Accade anche che siano gli stessi genitori a uccidere qualche figlio o a indugiare in comportamenti contro natura per propiziarsi la fortuna anelata. Una pratica che viene dal vicino Camerun, non a caso meta preferenziale di questo tipo di commercio. Il deputato Jean Marc Ndoukou ha accusato le autorità locali di non voler fare la necessaria chiarezza su questi fatti.
Fonte:
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www.osservatoreromano.va
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