Fra Simone Napoli nacque a Calascibetta, in provincia di Enna, nella nobile famiglia dei Napoli.
Sentita la propria vocazione religiosa, ancor in giovane età decise di diventare frate minore osservante.
“Trascorreva - afferma Vincenzo Campo - gran parte delle sue giornate in preghiera, facendo molta penitenza. Andava in giro con un solo misero saio, a piedi scalzi e nutrendosi con pane e acqua. Fedele imitatore del Poverello d’Assisi, osservava con gioia la regola francescana e amava in modo così intenso il Signore da trascorrere anche molte ore della notte in preghiera”.
Fra Simone è ricordato come il primo autore della riforma nella più stretta osservanza della regola, dei Minori Osservanti di San Francesco nel Regno di Sicilia.
Inizialmente divenne il guardiano del convento di S. Maria di Gesù a Piazza Armerina.
Fra Simone partecipando al Capitolo Provinciale di Sicilia, del suo ordine religioso, che si tenne nell’anno 1533, fu il promotore della riforma francescana
Nel 1534, con la crescita del numero dei frati riformati, fu nominato guardiano del convento di S. Anna a Giuliana, dove trascorse tutta la sua esistenza all’insegna di una vita nella più completa povertà e austera penitenza.
E proprio in questo convento, mise in atto la “sua” Riforma conducendo insieme agli altri frati una vita più fedele ai valori del carisma francescano.
Nel convento di S. Anna passava molto del suo tempo a pregare.
“Davanti al convento di Sant’Anna – scrive Vincenzo Campo - il frate pregava vicino ad un albero con tre rami che per lui simboleggiava la Santissima Trinità. Per la sua santità e per i miracoli operati già in vita, fu amato dai giulianesi e anche dai fedeli delle vicine comunità di Chiusa Sclafani e di Bisacquino. La sua fama raggiunse, però, tutta la Sicilia e al suo passare la gente gli correva dietro baciandogli il saio e le mani e raccomandandosi alle sue preghiere”.
Presto si diffuse la fama della sua santità grazie anche a vari fatti prodigiosi.
Tra questi fatti viene ricordato il miracoloso aumento del riso che era servito per sfamare le numerose persone accorse al convento di sant’Anna e l’arrivo dei due giovani misteriosi che portarono il cibo ai frati affamati.
Una volta nel convento mancava l’olio per la lampada del Santissimo Sacramento e grazie alle sue preghiere arrivò misteriosamente dietro la porta della chiesa un vaso pieno d’olio.
Si ricorda inoltre il miracolo della pioggia concesso ai “bisacquinesi” che si erano recati da lui perché da vari mesi non pioveva nel loro territorio.
Tutti volevano incontrare Fra Simone per raccomandarsi alle sue preghiere e per chiedere qualche miracolo.
Morì nel convento di S. Anna di Giuliana il giorno 11 ottobre 1546.
Tre sono gli insegnamenti della testimonianza del beato Simone: la necessità di accogliere la rivelazione di Gesù con cuore semplice, l’importanza della preghiera e del silenzio e il valore della penitenza.
Nel 2001 ci fu la traslazione dei suoi resti e il suo corpo è stato portato nel Santuario della Madonna dell’Udienza di Giuliana.
Mons. Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale, lo ha inserito nelle litanie delle figure di santità della Chiesa di Monreale con la seguente invocazione: "Beato Simone Napoli da Calascibetta, fedele testimone della tradizione francescana, prega per noi”.
Il Beato Simone da Calascibetta, ricordato per la sua fama di santità fin dal XVII secolo, è festeggiato nel giorno 11 ottobre.
Autore: Mauro Bonato
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