Passitea nacque a Siena, in contrada Fontebranda, poco distante dalla casa di S. Caterina il 13 settembre 1564. Figlia di un pittore, i famigliari dissero che fino a tre anni non parlava e pareva non vedere. Un giorno il padre, anche scultore, scagliò tra la legna da ardere un crocifisso di legno che aveva creato, perché gli pareva riuscito male. Passitea, il cui nome sembravarichiamare la Passione di Cristo, lo recuperò con devozione. Quel Crocifisso le “parlò”, indicandole una vita di preghiera e penitenza, per le tante offese ricevute dai peccatori. Oggi è venerato a Santa Fiora, borgo dove Passiteaavrebbe fondato un monastero. In famiglia si pensò, a un certo punto, di trovarle un buon marito, mala giovane era attratta dalla vita religiosa, in particolare dalla spiritualità francescana. Emula di s. Caterina, fin da giovanissima fu attiva nell’aiutare i bisognosi. Aprì presso la chiesa di Santo Spirito un ricovero per donne convalescenti, si occupò di neonati abbandonati, visitava le carceri per distribuire il cibo. Un giorno una guardia fu presente quando, nonostante la zuppa non fosse sufficiente, Passitea riuscì a sfamare tutti. Aveva trasformato la sua stanzetta in cella e, a sostegno della preghiera, cominciò a infliggersi mortificazioni, oltre al digiuno. La famiglia Crogi abitava non lontano dall’Oratorio di San Sebastiano in Vallepiatta, dove un giornoPassitea ricevette le stimmate che a più riprese afflissero in seguito il suo corpo. L’attraeva il carisma francescano e l’esempio di Matteo da Bascio che, morto da qualche decennio, aveva dato vita all’ordine riformato dei Cappuccini. Nel 1590, morti i genitori, Passitea radunò alcune giovani formando una prima comunità religiosa cui avrebbe voluto dare la Regola Cappuccina. Non ebbe però l’approvazione dell'arcivescovo Ascanio Piccolomini, il quale riteneva già numeroso il numero di conventi cittadini. Intanto l’eco dei doni mistici di Passiteae delle sue iniziative caritatevoli giungeva fino a Firenze, anche presso la corte dei Medici.Nel luglio 1597 si trasferì assieme a diciotto donnenella capitale fiorentina, il loro zelo religioso colpì la granduchessa Cristina di Lorena e Maria de' Medici, futura regina di Francia. Vissero in città per nove mesi, in contatto con personaggi di riguardo, dal luglio 1597 all'aprile dell'anno successivo. La Crogiebbe persino un ruolo nelle trattative per il matrimonio di Maria de' Medici con Enrico IV.Nulla di strano, risaliva almeno al secolo precedente la prassi delle famiglie regnanti di chiedere consiglio a donne “in concetto di santità”, in base anche a profezie delle religiose. I monasteri, la cui fondazione era sovente patrocinata dai sovrani, avevano pure un ruolo socio-politico, appartenendo sovente le monache a famiglie nobili. In alcuni casi vi erano appartamenti in cui le dame di corte si ritiravano per ritiri spirituali.
Francesco Maria Tarugi, discepolo di s. Filippo Neri e successore del Piccolomini, su istanza dei Senesi, ma favorevole anche in prima persona al ritorno di Passitea, si espresse ufficialmente a favore di un monastero senese di cappuccine. I Cavalieri di Malta misero a disposizione i locali della Commenda della Magione finché venne loro affidata la Parrocchia di Sant’Egidio sul Poggio dei Malavolti, donazione dello stesso Tarugi, la cui canonica fu trasformata in convento. Passitea conservò cordiali rapporti con la corte fiorentina, che lasciò il 13 dicembre 1598. Durante il Giubileo del 1600 fu pellegrina a Roma e ottenne da Paolo V l’approvazione della “Congregazione delle Povere Cappuccine sotto la regola di Santa Chiara”. In quello stesso anno, con aiuti del cardinal Tarugi, dei Medici e dei notabili senesi iniziavano i lavori del monastero.
Nel 1602 Passitea fece un primo viaggio a Parigi su invito della Regina Madre Maria de’ Medici e furono attribuite alla sua presenza guarigioni prodigiose, per una delle quali ebbe in dono un cilicio, una maglia metallica che indossò fino alla morte.Da una lettera del 1603 sappiamo di un tentativo di aprire un convento a Parigi. Nel 1609 Maria de' Medici volle Passitea nuovamente nella capitale francese, in quelle circostanze si svolsero però i tragici fatti che portarono all’assassinio, per volere di Luigi XIII, dei coniugi italiani Concini. Alcuni cercarono di mettere in cattiva luce la cappuccina e il legamecon la Regina Maria, reggente del figlio Luigi XIII, che con quelle morti voleva affrancarsi dalla madre per assumere il potere. Maria de' Medicirimase sempre legata a Passitea che tornò definitivamente nella sua Siena.
Passitea fondò un monastero aPiombino nel 1610 e quello già menzionato di Santa Fiora sul Monte Amiata, nel 1610-12, per interessamento della duchessa Eleonora Orsini.Una vita così intensa, tutta vissuta per testimoniare l’amore a Cristo, si spense poco prima della mezzanotte, il 13 Maggio 1615.Tutta Siena accorse ad onorarla. Due giorni dopo si cercarono sul cadavere le stigmate, trovate insieme ad altri segni straordinari, come “lo spazio vuoto” al posto del cuore, a causa di uno “scambio mistico” tra il cuore di Passiteae quello di Cristo. Così leggiamo nella relazione: «[...] havendo insieme tagliato in diverse parti il polmone in tutti i suoi lobi, deposero havere ritrovato la cassola del cuore intatta e senza lesione alcuna, non essendo alterata di forma o figura, non di colore, non di sito, non di sustanza; nella quale ricercando il cuore, dentro per natura contenuto, hanno ritrovato in detta cassola villi e sini e sangue spiritoso, quali facevano l’ufficio dello stesso cuore, poiché in detta cassola non si è ritrovato né piccolo né grande, ma in tutto si è trovato in esso vacuo, cosa per ordinaria impossibile alla natura, anziché né anco vi si è trovato licore o aquosità che in detta parte ritrovare si suole».
Si avviò subito il processo di canonizzazione, interrotto nel 1628 quando morì l’arcivescovo Petrucci. I tentativi successivi intrapresi dalle consorelle non ebbero l’esito sperato, complice anche quanto successe alla corte francese nel 1609, fatti meritevoli oggi di una più obiettiva interpretazione. Ci restano molte missive, per lo più inedite, scritte dalla Serva di Dio alle consorelle in cui raccomandava la preghiera, rafforzata, seguendo una certa spiritualità del tempo, dalle penitenze.La documentazione è abbondante, conservata in biblioteche e archivi sia italiani sia francesi. L’olivetano padre Venturi da Siena scrisse la prima biografia, attingendo da fonti dirette, le deposizioni del processo di beatificazione e le testimonianze di padre Marchi confessore della Crogi.
Le Cappuccine senesi, causa modifiche urbanistiche della città, si trasferirono nel 1903 in un monastero costruito presso la Basilica dei Servi, fino al 1999, anno in cui furono presso il convento di Sant’Antonio al Bosco, dove si analizzarono le spoglie della Crogiin occasione della traslazione e del nuovo trasferimento delle religiose a Colle di Val d’Elsa, presso un ex-convento di Cappuccini. In una sala furono riposte le reliquie di Passitea: il saio, il cilicio ed altri oggetti. Nel maggio 2006 le spoglie mortali della Crogisono state collocate in una nicchia murata. Il suo ricordo è vivo anche a Santa Fioradove ogni 3 maggio, per la festa della Santa Croce, con un cerimoniale vecchio di secoli, si svolge una caratteristica processione. Sfilano tre croci monumentali, costituite da tronchi nodosi che giovani del postotengono in equilibrio su una fascia di cuoio legatain vita. Sfila anche il miracoloso crocifisso di Suor Passitea - portato in passato a Siena per placare un'epidemia di colera - custodito nella chiesa del monastero.Il crocifisso che a Passitea “aveva parlato” quando era una giovane ragazza.
Autore: Daniele Bolognini
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