"Lunedì dell'Angelo" è il nome tradizionalmente dato al giorno che segue la Solennità di Pasqua. Nel Messale Romano secondo la forma extraordinaria troviamo il perché di questa dicitura: sono il versetto alleluiatico ("Angelus Dómini descéndit de coelo: et accédens revólvit lápidem, et sedébat super eum")e l'Antifona d'Offertorio ("Angelus Dómini descéndit de coelo, et dixit muliéribus: Quem quæritis, surréxit, sicut dixit, allelúia") della Feria Secunda infra Octavam Paschae a far sì che proprio all'Angelo venisse informalmente dedicata l'intera giornata.
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Tradizione vuole che il giorno dopo Pasqua, popolarmente detto Pasquetta, divenuto festivo a livello civile in Italia nel dopoguerra, ci si conceda una gita fuori porta o con la famiglia o con gli amici. Quest’anno, invece, tutto questo non sarà possibile: siamo tutti a casa nostra a causa del coronavirus. Potrebbe essere quindi l’occasione di approfondire la storia di questo giorno, o meglio di questi giorni per cercare di viverli in pienezza.
Lunedì dell’Angelo, perché in questo giorno si ricorda l’incontro dell’Angelo con le donne giunte al sepolcro dove Gesù era stato seppellito dopo la Crocifissione ed è il secondo giorno di quella che la Chiesa chiama ottava di Pasqua. L’evento della Risurrezione di Gesù è talmente grande, talmente importante, talmente profondo che è necessario festeggiarlo per otto giorni come fosse un unico giorno.
Nella Chiesa dei primi secoli, il battesimo veniva celebrato solo durante la veglia pasquale e i neobattezzati indossavano la veste bianca battesimale durante l’intera ottava, fino alla domenica successiva, chiamata Domenica in albis deponendis (cioè domenica del mettere da parte l’abito bianco), divenuta dall’anno 2000 la Domenica della divina misericordia, per volere di papa san Giovanni Paolo II.
Propongo uno spunto per la giornata di oggi a partire proprio dalla denominazione del giorno. Forse anche noi ci sentiamo come le donne che il mattino di Pasqua vanno al sepolcro, piene di dubbi, di paure, di incertezze riguardo al futuro… eppure la Pasqua ci dice che c’è sempre un angelo, un messaggero di Dio (questo significa la parola angelo) che irrompe nella nostra vita per donarci una buona notizia, che ci indica una strada di speranza, come l’ha indicata alle donne; e come queste hanno incontrato il Risorto, che si è fatto loro incontro (cfr. il vangelo di oggi, Mt 28,8-15), così anche noi, nel percorrere la strada che ci fa vivere la Chiesa in questa ottava di Pasqua, potremmo imparare a vedere con gli occhi della fede il Risorto che ci viene incontro.
Allora oggi potremmo chiederci: quale angelo o angeli il Signore ha messo e/o sta mettendo nella mia giornata? Scopriremo probabilmente che non ci sarà solo un lunedì dell’Angelo, ma anche un martedì dell’angelo, un mercoledì… e nulla sarà come prima: impareremo a vivere anche questa “clausura” forzata con uno sguardo diverso.
Fonte:
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www.sanfrancescopatronoditalia.it
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