Anna Makandina nasce il 5 novembre 1892 nel villaggio Konstantinovo, governatorato di Vladimir. Nel 1914 entra nel monastero di S. Aleksij di Mosca. Per tutto il tempo della permanenza in monastero Anna svolge il suo lavoro in cucina. Nel 1924 il monastero viene chiuso dal regime ed Anna assieme ad alcune monache va ad abitare in un appartamento facendo di tutto, secondo le possibilità della nuova situazione, per osservare la regola monastica. Per guadagnarsi da vivere facevano coperte.
Nel 1930 il regime decide di arrestare tutte le monache “segrete” che vivevano in comunità. Il 28 dicembre 1930 Anna è arrestata e accusata di propaganda anticomunista. Non esiste nessuna prova perché le suore vivevano come in clausura. Anna rifiuta ogni addebito, ma tutto è inutile. Il processo è una farsa perché tutto è già stato deciso in alto. Anna è condannata a tre anni di confino nella provincia di Archengel’sk. Scontata la pena, ritorna nel paese natale a Kostantinovo
Il 22 febbraio 1922 Anna è arrestata nuovamente per “aver diffuso voci sulla prossima caduta del comunismo”. Testimoni pagati dai comunisti aggiungono altre accuse prefabbricate. L’8 marzo 1938 la Trojka condanna Anna alla fucilazione. Il 14 marzo 1938 è fucilata. Aveva 38 anni.
Sappiamo che nell’ anno 1937 e nei primi mesi del 1938 Stalin aveva fatto fucilare 106.900 persone appartenenti al clero. Questi i dati forniti dalla ‘Commissione governativa per la riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche dell’URSS’ (cfr. ‘I martiri del XX secolo’ Tomo 3 p. 23 Mosca 1999 di Damaskijn Orlovskij). Nel 1937 non vi erano motivi per giustificare politicamente o socialmente la pianificazione fatta a tavolino della fucilazione di circa un milione di persone innocenti. A essere passati per le armi non furono soltanto i preti, ma tutte le professioni, compresi i comunisti. Stalin aveva sostituito la fede in Dio con il culto per il massacro. Caso clinico o demoniaco, o ambedue? Ci è ancor più difficile capire come sia stato possibile trovare nell’URSS tante trojke, formate ognuna di tre persone, disposte con tanta indifferenza, in pochi minuti, a mandare al macello tante persone innocenti.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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www.culturacattolica.it
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