Dimitrij (al secolo Ivan Ivanovic Dobroserdov) nasce il 22 gennaio 1864 nel villaggio Pachotnyj Ugol, governatorato di Tambov A. Tambov nel i885 termina il seminario teologico e sceglie di insegnare in una scuola primaria statale. Nel 1889 Ivan Ivanovic si sposa e il 6 maggio dello stesso anno viene ordinato sacerdote e destinato alla parrocchia di S. Nicola nel villaggio di Mamontovo (diocesi di Tambov). Dopo breve tempo, muoiono sia la moglie che i figli. Rimasto solo padre Ivan decide di perfezionare gli studi all’accademia teologica di Mosca. Il metropolita di Mosca Vladimir invita padre Ivan a decidersi per il monachesimo. Padre Ivan acconsente e nel dicembre 1909 entra in monastero e prende il nome di Dimitrij.
Il 18 maggio 1918 è consacrato vescovo. Dopo incarichi particolari presso il metropolita di Mosca, il vescovo Dimitrij nel 1921 viene destinato alla cattedra della diocesi di Stavropol’ in un periodo in cui gli innovatori avevano nelle proprie mani la stragrande maggioranza delle chiese diocesane. L’opposizione è tale che il vescovo è costretto ad abbandonare la diocesi e trasferirsi a Tambov. Qui la situazione non è molto migliore, però il vescovo è sostenuto dai fedeli che non frequentano le chiese degli innovatori scismatici. In breve tempo riesce a riportare nella Chiesa madre la maggior parte dei sacerdoti ‘innovatori’, cosa che non piace molto alle autorità comuniste che hanno sempre privilegiato la strategia di dividere la Chiesa per eliminarla più facilmente. Trotckij ad uno zelante comunista che si scandalizzava perche il partito sostenesse dei clericali, sia pure scismatici, aveva risposto: ora gli innovatori fanno il nostro gioco perché dividono la Chiesa, ma alla fine elimineremo anche loro.
Dall’anno 1925 il vescovo Dimitrij vien più volte arrestato per breve tempo. Lo minacciano e poi lo rilasciano, lo arrestano gli propongono di lasciare la diocesi si e poi lo liberano, lo arrestano gli consigliano di passare dalla parte degli innovatori e poi lo liberano, lo arrestano, lo accusano di attività antisovietica, e poi lo liberano. Finalmente, constato che il vescovo non era disposto a scendere a nessun compromesso, il 29 settembre 1937, l’anno in cui chi veniva arrestato di norma era liberato per essere portato al supplizio, il Vescovo Dimitrij viene arrestato e portato nella famosa prigione di Mosca, la Butyrka, l’anticamera della morte. Dopo la farsa dei soliti ed inutili interrogatori, durante i quali il vescovo risponde con la solita calma e fermezza, il vescovo Dimitrij Dobroserdov viene fucilato il 17 ottobre 1937.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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www.culturacattolica.it
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