Il martire Ioann nasce il 5 gennaio 1879 nel villaggio Preobrazhenskij, governatorato di Mosca. Nel 1901 termina gli studi teologici nel seminario di Mosca, nel 1903 sposa Marija Fedorovna Chertkova, nel 1905 viene ordinato sacerdote e nominato rettore della chiesa presso il monastero del paese natio. Nello stesso tempo insegna religione in varie scuole e. fra le varie attività in cui si impegna, c’è anche la direzione di una fraternità per preservare la popolazione dalla piaga dell’alcoolismo. Padre Ioann è di debole costituzione fisica. Nel 1914 si ammala gravemente tanto da aver bisogno di assistenza continua per parecchi mesi. Nel 1919 si ammala di tifo. Riesce a guarire anche questa volta però il suo fisico è segnato per tutta la vita. Ne risentono particolarmente il cuore e le vene delle gambe.
Il 25 febbraio 1930 padre Ioann viene arrestato e accusato di aver organizzato fra il clero locale un movimento antisovietico. L’accusa non può portare nessuna prova e quindi il tribunale della Trojka il 22 marzo 1930 si limita a condannarlo a tre anni di confino nella zona di Archangel’sk; un benevolo provvedimento pedagogico. Scontata la pena, nel 1934 padre Ioann è nominato parroco della chiesa di S. Nikola nel villaggio di Vyshelec, diocesi di Mosca. Grazie alla sua umiltà, il disinteresse e lo spirito di preghiera, padre Ioann attira a sé la simpatia della popolazione e i sospetti del partito.
Il 27 novembre 1937 viene nuovamente arrestato per le solite accuse infondate e fantastiche. Padre Ioann si dichiara innocente e si rifiuta di fare i nomi dei ‘complici’. Il 5 dicembre 1937 il tribunale della Trojka condanna padre Ioann alla pena capitale (i metodi pedagogici nel 1937 si erano alquanto inaspriti). Il 9 dicembre 1937 padre Ioann Vinogradov viene fucilato nel poligono di Butovo (Mosca) e sepolto in fossa comune.
Dopo l’arresto del marito Marija Fedorovna si dedica completamente ad una vita di preghiera e di sacrificio nella speranza di poter rivedere il marito (Era norma ‘pedagogica’ non far sapere ai famigliari la fucilazione dei loro cari. Come giustamente osserva Hannah Arendt: l’uso del terrore, come metodo di governo, è tipico di ogni potere totalitario.)
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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www.culturacattolica.it
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