Nikolaj Ivanovic Cvetkov nasce l’8 marzo 1879 nel villaggio Nikol’skoe, governatorato di Mosca, in una famiglia povera, anche perche il padre, diacono Ioann, consumava in vivo le poche entrate del lavoro contadino. Nel suo diario Nikolaj annota di aver indossato le prime scarpe della sua vita quando, al termine della scuola parrocchiale, viene mandato a studiare nel seminario teologico. Nel 1900 sposa Anne e l’anno seguente è ordinato diacono per la cattedrale di Volokolamsk. Chiama i genitori a vivere con la sua famiglia e sopporta con pazienza e dolore la ‘malattia’ del padre che non si limita a bere più del necessario, ma rende la convivenza un campo di battaglia. Con la morte del padre nel 1908 la vita di padre Nikolaj si trasforma profondamente. La sua camera diventa una cella monastica dove passe buona parte della notte in preghiera. Il suo povero stipendio finisce per lo più nelle mani dei poveri e dovunque c’è una persona che soffre egli è presente per aiutare e consolare. La fama di santo Jurodivyj (pazzo per Cristo) si diffonde fra la gente che accorre da lui sempre più numerosa per chiedere consiglio ed impetrare preghiere. Numerosi sono i miracoli attribuiti alla sua intercessione e numerosi sono gli aneddoti sul suo strano comportamento tipico del santo jurodivyj.
I santi, si sa, attirano i buoni e incattiviscono i cattivi. L’uccisione il 3 dicembre 1922 di Sergej Semenov, uno strano personaggio, un tolstojano, è l’occasione per i comunisti di incolpare del delitto padre Nikolaj. Non c’è nessuna prova, ma questo non fa problema: fra i comunisti si trovano facilmente dei falsi testimoni. Padre Nikolaj viene arrestato e, alla fine dell’aprile 1923, condannato a dieci anni di lager, più tre anni di confino. Nel 1929 è amnistiato, ma non può ritornare a Mosca perché è norma che dal lager non si possa ritornare alla residenza dove è stato compiuto il delitto, e anche perché durante la detenzione nella lager la casa abitata dalla moglie e dalla figlia era stata confiscata d’autorità. Padre Nikolaj trova rifugio nel villaggio Jaropolec, provincia di Mosca dove viveva il fratello Sergij, pure lui diacono.
Anche qui la gente s’accorge d’aver un santo in casa, ma purtroppo anche i comunisti. Padre Nikolaj è arrestato il 24 settembre 1931. Viene accusato di aver predicato il prossimo avvento dell’anticristo. Risponde padre Nikaolaj: “Cercando di capire la situazione del nostro paese si possono nota due segni dell’avvento dell’anticristo. Il primo segno è il diffondersi dell’odio. Quando una persona viene condannata a otto anni di lager si sente dire frequentemente: otto sono pochi, bisognava dargli almeno dieci anni. Il secondo segno: è scomparso l’amore vicendevole. Attualmente, rispetto ai tempi prima della rivoluzione, la frequenza alla chiesa è diminuita notevolmente. Io penso che la causa sia la proibizione ai sacerdoti di annunciare la parola di Dio. Molti bravi predicatori potrebbero spiegare la dottrina cristiana, ma hanno paura di essere arrestati … Io penso che la cattedrale di Volokolamsk sia stata chiusa non per desiderio dei fedeli, ma per volontà del potere”.
Il 25 novembre 1931 padre Nikolaj è condannato a tre anni di lager. I fedeli fanno di tutto per ottenere la liberazione del loro diacono, ma tutto inutilmente. Durante la prigionia padre Nikolaj è per tutti esempio di serenità, di sopportazione e di grande carità. Frequentemente divide la propria razione di cibo per quelli che considera più bisognosi.
Il 18 giugno 1934 ritorna in libertà, circondato dall’affetto dei propri cari e delle persone a lui ricorrono sempre numerose per la direzione spirituale ed essere consolati. Il 27 agosto 1957 è nuovamente arrestato. Nell’anno 1937 l’appartenenza al clero era un motivo sufficiente per meritare la fucilazione. Il 26 settembre la Trojka lo condanna e il giorno dopo è fucilato nel poligono di Butovo e sepolto in una fossa comune.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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