Nikolaj Vlasovich Golyshev nasce il 3 maggio 1882 nel villaggio Gubino, governatorato di Mosca. Il 5 novembre 1917 sposa Aleksandra Sergeevna Ermolova. Nell’aprile 1920 è ordinato diacono e destinato alla chiesa della Dormizione della Madre di Dio nel villaggio Egor’evska dove rimane fino al 1920, anno in cui viene ordinato sacerdote per la parrocchia di S. Nicola a Krutiny.
Il 3 febbraio 1931 viene arrestato per aver svolto propaganda antisovietica ed aver raccolto attorno a sé un gruppo di elementi antisovietici con lo scopo di suggerire ai contadini di abbandonare il lavoro nel Kolchoz. Nell’interrogatorio del 12 febbraio padre Nikolaj dichiara: “Io sono contrario alla politica del potere sovietica, perché è una politica contro Dio, ma prego Dio affinché perdoni ai comunisti. Sono innocente dell’accusa che mi viene mossa; non ho incitato nessuna sommossa contro il kolchoz. Riconosco di essere contrario al potere sovietico per quello che riguarda la religione”.
Il 25 febbraio 1931 il tribunale della Trojka condanna padre Nikolaj a 5 anni di lager in Siberia. Scontata la pena padre Nikolaj riprende il suo servizio sacerdotale nella parrocchia di S. Nicola. Durante la sua assenza i fedeli si sono in buona parte dispersi ed ora temono di farsi vedere in chiesa. Padre Nikolaj non si scoraggia e trova conforto soprattutto nella preghiera. Ogni giorno celebra la Divina Liturgia, anche se la chiesa è vuota. La moglie lo ammonisce: “Perché celebri se non c’è nessuno in chiesa?” Risponde padre Nikolaj: “Servire Dio per me è un dovere sacro”. Al sabato e alla vigilia delle feste vengono molti, anche dai villaggi vicini, a confessarsi e padre Nikolaj si ferma in Chiesa fino a notte inoltrata, preoccupandosi poi di offrire un posto per dormire a quelli che provenivano da lontano. Dalla mattina del Giovedì Santo fino al giorno di Pasqua era sua abitudine non gustare cibo.
Nel dicembre del 1937 l’NKVD ingaggia quattro testimoni perché depongano il falso contro padre Nikolaj. Un certo Voronov testimonia: “Nel marzo del 1937, durante i funerali di mio padre, Nikolaj Golyshev nella predica disse: ‘Nella tua vita anche tu avrai fatto qualche peccato, però hai creduto in Dio, ma non tutti i tuoi figli hanno seguito il tuo esempio. Che fare? Hanno preferito seguire un’altra via”.
Dopo l’ultimo interrogatorio durante il quale rigetta tutte le accuse, padre Nikolaj riesce a far giungere alla famiglia un suo scritto: “Cristo è fra noi. Prego il Signore per tutti voi, Come vorrei vedervi, almeno una volta. Non fatemi avere né cibo, né denari. Pensate alla vostra salute. Che il Signore vi protegga, miei cari. Siate forti e pregate per me. Non pensate che abbia fatto del male. Noi soffriamo per i nostri peccati, ma non per quello di cui ci accusano. Perdonatemi in nome di Cristo. Vi bacio e prego Dio che vi protegga. Non dimenticate Dio, la Madre di Dio, S. Nicola. Vi affido alla protezione di S. Nicola. Vi amerò fino alla morte”.
Il sacerdote Nikolaj Golyshev viene fucilato il 13 febbraio 1938 al Poligono di Butovo (Mosca).
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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