Nina Kuznecova nasce il 28 dicembre 1887 nel villaggio Lal’sk, governatorato di Archangelsk, figlia unica di genitori profondamente credenti. I genitori pensavano di assicurarle un matrimonio dignitoso e felice, ma lai fin dalla prima infanzia sognava il monastero. I genitori si arresero ben presto ai desideri della figlia, non solo, ma per prepararla alla vita monastica le procurarono una discreta biblioteca di testi spirituali. Nell’attesa di poter varcare le soglie del monastero Nina studiava parecchio, ma soprattutto pregava molto. Particolare attenzione riservava all’ospitalità dei pellegrini.
Nel 1932 la polizia sovietica arrestò i genitori di Anna, Aleksij e Anna, ambedue in età già avanzata. Dopo pochi giorni, ancor prima dell’inizio del processo, morirono ambedue in carcere. Certamente l’età contribuì al decesso, ma non è improbabile che il trattamento in prigione non sia stato del tutto riguardevole. Anche Nina doveva essere arrestata, ma fortunatamente quando vennero per prelevarla la trovarono paralizzata ad un braccia e ad una gamba, forse per il trauma causato dalla morte improvvisa dei genitori. Dopo non molto tempo Nina ritornò in salute e, altra fortuna, almeno per un certo periodo fu dimenticata dai gendarmi rossi.
Dopo la morte dei genitori di Nina giunsero a Lal’sk un gruppo di monaci che erano stati costretti a lasciare il loro monastero chiuso d’autorità sovietica. Accanto alla chiesa del paese riuscirono a costruirsi una capanna e a creare un monastero clandestino dove i singoli monaci lasciavano il convento per lavorare come operai, ma alla sera si ritrovavano per condurre stretta vita monastica. Sotto la loro guida (clandestina) Nina si impegnava ad una vita rigorosamente monastica: preghiera, aiuto ai poveri e povertà estrema. Il suo pasto: pane sodo rammollito nell’acqua.
Dopo la metà degli anni trenta, dei primi 13 monaci era rimasto soltanto uno. Le autorità più volte avevano tentato di chiudere la chiesa, ma, così commentata il popolo cristiano, “per le preghiere della beata Nina il Signore ci conserva la chiesa aperta”. All’inizio del 1937 i comunisti arrestarono l’ultima sacerdote rimasto, alcuni cantori e alcuni fra i più devoti fedeli della parrocchia.
Nina venne arrestata il 31 ottobre 1837. Per parecchi giorni non trovarono fra gli abitanti nessuno disposto ad accusarla di svolgere propaganda antisovietica. Anche il tentativo di chiudere la chiesa raccogliendo fra gli abitanti firme che approvassero il loro piano non sortì successo.
Il 23 novembre 1937 la Trojka venne condannata a otto anni di lager. Morì nel lager il 14 maggio 1938.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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