Biri, Ungheria, 14 luglio 1917 - Komjaty, Ucraina, 28 agosto 1953
Sacerdote dell’Eparchia di Mukačevo (Ucraina); fu un sacerdote di fede robusta. Davanti alle pressioni per indurlo a passare all’Ortodossia, rimase fedele al Santo Padre e visse consapevolmente la condizione di persona sospettata, controllata ed esposta ad arresti arbitrari e ingiustizie. La sua uccisione fu ritenuta subito un martirio. Malgrado il suo corpo sia rimasto occultato sino alla disgregazione dell’Unione Sovietica, la sua memoria non tramontò nel cuore dei fedeli. Il 5 agosto 2022 Papa Francesco ha riconosciuto il suo martirio, aprendo così la strada alla sua beatificazione.
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Il Venerabile Servo di Dio Pietro Paolo Oros nacque il 14 luglio 1917 nel villaggio di Biri (Ungheria), in una famiglia profondamente cristiana, in cui il padre era un sacerdote greco-cattolico.
Nel 1937, sentendosi chiamato a proseguire la tradizione di famiglia come sacerdote, entrò nel seminario di Uzghorod e, il 18 giugno 1942, fu ordinato sacerdote celibatario dell’Eparchia greco-cattolica di Mukachevo (Ucraina) che aveva competenza su quattro Stati: Ucraina, Ungheria, Slovacchia e Romania. Fu inviato come vice-parroco nei villaggi di Velyki Komyaty e Maly Komyaty e si distinse per lo zelo pastorale e il grande amore per i poveri. Nel 1943, a motivo della guerra, fece un corso per cappellani militari a Barca, presso Košice, terminato il quale ritornò alla sua parrocchia.
Nel 1944 questo territorio della Transcarpazia fu occupato dalle truppe sovietiche dell’Armata Rossa e unito alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina e quindi all’URSS. Con questa annessione forzata iniziò la persecuzione della Chiesa greco-cattolica. Nel 1946 Pietro Paolo fu trasferito a Bilky, nel distretto di Irshava, con l’incarico di parroco. Dal 1948 si intensificarono le pressioni su di lui perché passasse alla Chiesa Russa Ortodossa, ma egli si oppose. Nel 1949 fu proibito lo svolgimento delle attività pastorali e tutte le chiese greco-cattoliche furono chiuse. Venne soppressa la stessa Eparchia greco-cattolica di Mukačevo. Con l’annessione forzata all’URSS iniziò la persecuzione della Chiesa greco-cattolica.
Nel 1953 fu dato l’ordine di arrestarlo. Cercò di mettersi in fuga. Il 28 agosto, Festa della Dormizione della Beata Vergine Maria, venne fermato da un poliziotto presso la stazione ferroviaria nel villaggio di Sil’ze (Unione Sovietica) che lo uccise.
Il Venerabile Servo di Dio fu un uomo pio e fedele agli impegni sacerdotali.
Riguardo al martirio materiale, fu ucciso con un’arma da fuoco. Il foro del proiettile della pistola che l’uccise, entrò dal mento, attraversò il collo e uscì dalla spalla.
Circa il martirio formale ex parte victimae, fu un sacerdote di fede robusta. Davanti alle pressioni per indurlo a passare all’Ortodossia, egli rimase fedele al Santo Padre e visse consapevolmente la condizione di persona sospettata, controllata ed esposta ad arresti arbitrari e ingiustizie. Quando, nel 1949, la Chiesa greco-cattolica fu messa fuori legge, continuò con coraggio a svolgere clandestinamente il ministero, consapevole dei rischi.
Riguardo al martirio formale ex parte persecutoris, egli fu sotto sorveglianza da parte dei servizi segreti. Infatti, una delle forme di lotta contro la Chiesa era l’eliminazione delle persone importanti che godevano di grande stima nella società. Era perseguitato esclusivamente per motivi di fede.
La sua uccisione fu ritenuta subito un martirio. Malgrado il suo corpo sia rimasto occultato sino alla disgregazione dell’Unione Sovietica, la sua memoria non tramontò nel cuore dei fedeli. Tale fama perdura ancora oggi, unita ad una certa fama signorum.
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