Padre Michail nasce il 25 agosto 1908, nono figlio, su dodici, del presidente del consiglio parrocchiale. Frequenta il seminario diocesano di Užgorod e il 31 luglio 1932 viene ordinato sacerdote dal vescovo greco cattolico Aleksandr Stojka. Come primo servizio ecclesiastico è destinato parroco nel villaggio Kričovo dove manca il sacerdote fin dal 1919. La maggior parte della popolazione è passata all’ortodossia; la chiesa è frequentata da una decina di persone. Nel 1936 padre Michail passa alla parrocchia di Simerki, nel 1939 a quella di Ulič Krivaja (Slovacchia), nel 1940 nella chiesa di Ploskoe.
Nel 1949 padre Michail non cede alle proposte di passare alla chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca e di conseguenza il potere sovietico gli proibisce di esercitare il suo sacerdozio, lo allontana dalla casa parrocchiale assieme alla famiglia e lo “consiglia” di abbandonare il paese. Padre Michail si stabilisce nella città di Užgorod con la famiglia e trova lavoro nel sovkoz agricolo. Ma anche qui la polizia segreta non lo lascia in pace. Il 22 giugno 1949 padre Michail viene arrestato. Clara, figlia di padre Demetrio così ricorda l’avvenimento: “Arrestarono mio padre e lo rinchiusero nella prigione di Užgorod per più di mezzo anno perché non trovavano fedeli disposti a testimoniare contro di lui.” Il partito comunista se non trova testimoni non si lascia intimorire. Inventa lui stesso ciò che occorre al bene della causa. Il 22 settembre 1949 padre Michail viene condannato a 25 anni di lager e alla confisca dei beni. E’ destinato al lager di Abez’ (Repubblica autonoma di Komi) dove lavora nelle miniere di carbone. La figlia Clara racconta: “Sei mesi prima della liberazione avvenne un infortunio: dieci operai, fra i quali anche mio padre, vennero bloccati in galleria a causa di una frana. Morirono tutti tranne mio padre, per un miracolo che lui attribuiva alla Madre di Dio perché egli aveva recitato il rosario fino alla perdita della coscienza. L’incidente però gli costò la salute: rimase paralizzato.” Dal lager viene liberato l’1 novembre 1955 come invalido e completamente inabile al lavoro. Ritorna a casa in condizioni di salute abbastanza gravi. Oltre alla paralisi subisce anche un infarto, però grazie alle cure mediche riesce a migliorare e nel 1957 trova una lavoro come guardiano. Il 17 ottobre 1968 può ritirarsi in pensione come invalido di 2° grado. Né la malattia e neppure l’età impedisce a padre Michail di svolgere un lavoro pastorale clandestino. Non può muoversi molto, ma sono molti i fedeli che si rivolgono a lui per confessarsi e ricevere i sacramenti. Inoltre negli anni 70, sempre clandestinamente, prepara i seminaristi al sacerdozio.
Padre Michail è riabilitato il 13 luglio 1992.
La moglie di padre Michail, Edita Lazarevič, prima dell’arresto del marito insegna nelle scuole elementari, ma dopo viene subito licenziata e privata di ogni bene. Deve affrontare tempi duri, anche perché ha due figli da sfamare e educare.
Fonte:
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www.russiacristiana.org
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