Sergij Florinskij nasce a Suzdal nel 1873. Nel 1893 terminati gli studi al seminario teologico di Vladimir insegna in vari villaggi della provincia di Suzdal. Il 9 febbraio 1900 sposa Elizaveta Smolenskaja ed il 5 marzo dello stesso anno viene ordinato sacerdote nella chiesa di S. Isacco a Pietroburgo e nomunato. come primo ed ultimo definitivo servizio, cappellano militare del 151 reggimento di fanteria che in quel tempo stazionava a Grodno (Bielorussia). La sua ‘parrocchia’ mobile contava 2445 militari più 112 donne. Il suo compito ‘consolidare la fede’ di tutte le persone a lui affidate. Un compito per niente facile: i venti rivoluzionari già fin d’allora turbavano le coscienze (e non solo le coscienze) sia dei semplici soldati che dei graduati. Leggiamo da una lettera: “I capi militari non solo non esercitano un influssi morale positivo sui soldati, ma a volte con le loro disposizioni rendono vano l’insegnamento morale dei sacerdoti … organizzano serate danzanti o riunioni durante le funzioni religiose … impediscono ai soldati di sposarsi, ma non impediscono che frequentino locali infamanti … noi spieghiamo che la Chiesa proibisce il duello, ma il comando militare lo permette …
Naturalmente al cappellano militare tocca seguire il proprio reggimento. Che in tempo di guerra solitamente è chiamato a combattere al fronte. Così padre Sergij partecipa alla guerra prima contro il Giappone e in seguito contro i tedeschi. Combatte anche lui in prima linea, con le armi dello spirito. Per la sua disponibilità e generosità nell’aiutare, consolare ed assistere i feriti padre Sergij viene insignito di cinque onorificenze.
Nel giugno del 1917 anche il reggimento 151 è in sfacelo: tutti protestano, nessuno comanda e di conseguenza nessuno ubbidisce, tutti vogliono tornare a casa. Padre Sergij viene destinato cappellano in un ospedale da campo che si trova in Estonia. La confusione regna anche in ospedale e padre Sergij si preoccupa che a seguirne le conseguenze non siano gli ammalati, soprattutto i più gravi. Il 22 marzo 1918 l’ospedale viene chiuso dall’esercito tedesco che aveva occupato l’Estonia e padre resta senza lavoro e senza alcun mezzo di sostentamento. Nello stesso temo la moglie a Pietroburgo soffriva la fame assieme ai due figli.
Il 16 dicembre 1918 a metter ‘ordine’ anche in Estonia giunge l’esercito sovietico. Dopo tre giorni padre Sergij viene arrestato come rappresentante della classe reazionaria. Il 20 dicembre viene interrogato e il 26 condannato a morte. Nessuna prova di colpevolezza, ma non era necessaria. Lenin aveva parlato chiaro: chi appartiene alla classe borghese va eliminato; chi sostiene la classe borghese va eliminato; chi potrebbe, in certi casi, sostenere la classe borghese va eliminato (cfr la rivista ‘Il terrore rosso’ fondata da Lenin, recentemente ristampata a Mosca che si trova anche nella biblioteca di Russia Cristiana). Giustamente durante l’interrogatorio padre Sergij non tenta neppure di scusarsi: “Io sono colpevole perché sono sacerdote, e per questo voi mi condannate … Io sono sacerdote, e se questa è la volontà di Dio sono disposto ad accettare la morte”.
Assieme a Padre Sergij Florinskij sono fucilate decine di persone. Di alcuni si conoscono i nomi: Il pastore Pauker, l’impiegato Hesse, il dottore Luik, la baronessa Hjune, il postino Aaron, Reizenberg presidente di una associazione contadina, il possidente Plujklauk e una contadina assieme al suo figlio di tre mesi. I condannati sono costretti a scavare la propria fossa e poi sono fucilati.
Fonte:
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