Sergij Goloshchanov nasce il 6 giugno 1882 nel villaggio Ban’ki, governatorato di Mosca, ultimo di cinque figli. La famiglia, profondamente devota, aveva come riferimento spirituale Ioann Kronshtadt che. In seguito, sarebbe stato santificato dalla Chiesa ortodossa. Leggiamo nel diario di Sergij: “Ero ancora bambino quando nella nostra casa per la prima volta venimmo a sapere del pastore straordinario Ioann che viveva non lontano da Leningrado a Kronshtadt. La sua figura penetrò nel mio cuore, nel profondo della mia anima e vi prese dimora … Da quel momento il pensiero di padre Ioann non mi abbandonò più”.
I primi anni di studio si compiono nella scuola parrocchiale del villaggio e proseguono, su consiglio dell’insegnante di religione, prima nel seminario teologico di Mosca e poi alla Facoltà teologica. Nel 1908, terminati gli studi, si sposa con Olga Kormer, ma non intende accedere al sacerdozio. Spirito liberale (in conformità con la mentalità dell’intelligencija del tempo), era critico rispetto ai rapporti fra stato e Chiesa. Nel 1937 quando il giudice istruttore gli chiederà come mai non avesse chiesto l’ordinazione sacerdotale al termine degli sudi teologici, dirà: “Perché in quel tempo i rapporti fra stato e chiesa obbligavano il sacerdote a mettersi al servizio dello stato. E questo non era di mio gusto”, Per questo motivo preferisce l’insegnamento da laico prima nel seminario teologico di Mosca e poi alla facoltà teologica, sempre di Mosca.
Nel 1914, allo scoppio della guerra, il professore Sergij dovrebbe andare al fronte, ma è esentato a causa della salute cagionevole. In sostituzione al servizio militare lo stato lo destina all’insegnamento nella scuole della comunità delle crocerossine nella via Pokrov di Mosca. Nello stesso tempo approfondisce personalmente lo studio della teologia e pubblica non pochi articoli e studi sulle riviste della chiesa ortodossa.
Nel 1937, con l’inizio della persecuzione bolscevica, termina la possibilità dell’insegnamento nelle facoltà teologiche, anche perché queste vengono democraticamente chiuse. Sergij si adatta all’insegnamento delle lingua russa in una scuola statale di Mosca. Nel frattempo si apre il concilio locale della Chiesa ortodossa russa e il prof. Sergij è scelto dal Patriarca Tichon a prendervi parte attivamente, non solo come uditore. Nel 1920, dopo un lungo colloquio con il Patriaarca Tichon, il prof. Sergij decide per l’ordinazione sacerdotale. Il pericolo di rapporti indebiti fra stato zarista e chiesa ortodossa era scomparso. Purtroppo le tentazioni, come in genere tutti i peccati, nel cambiar delle situazioni, si ripresentano monotonamente identiche, rivestite di abiti nuovi. Nel 1927 il metropolita Sergij, luogotenente del patriarcato, nella speranza di poter alleviare almeno temporaneamente la brutalità della persecuzione, pronuncia pubblicamente il famoso atto di fedeltà al regime, che ha come prima triste conseguenza la divisione della Chiesa ortodossa. Una parte non piccola della popolazione ortodossa rifiuta l’obbedienza al metropolita. Fra costoro si schiera decisamente Sergij Goloshchapov. Il compromesso del metropolita Sergij non ottiene i frutti sperati. Alla fine degli anni ‘20 infuria nuovamente, rabbiosamente la persecuzione. La Chiesa della Trinità al centro di Mosca, dove prestava servizio padre Sergij, viene chiusa e il 28 ottobre 1929 padre Sergij arrestato.
Il 20 novembre padre Sergij è condannato a tre anni di lager da scontarsi alle isole Solovki. Qui trova molti sacerdoti e non pochi vescovi che riescono a celebrare clandestinamente la Divina Liturgia. Nell’estate del 1930 vengono scoperti e una minuziosa perquisizione priva i sacerdoti del necessario per la celebrazione. Nel 1930 viene arrestata e condannato anche la moglie Olga che raggiunge il marito nel lager. Nel 1934 padre Sergij viene liberato e nel 1936 pure la moglie. Si stabiliscono a Mozhajsk a cento km. da Mosca.
Il 7 dicembre 1937 padre Sergij viene nuovamente arrestato. Il 16 dicembre secondo la norma instaurata nel 1937, viene condannato alla pena capitale e il 17 dicembre 1937 viene fucilato e sepolto in fossa comune.
Fonte:
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