Il martire Sergijj nasce il 16 luglio 1875 a Mosca. Termina gli studi all’Accademia teologica di Mosca nel 1896 e due anni dopo viene ordinato sacerdote. Da allora svolge il suo servizio con diverse mansioni nel monastero delle Vergini a Mosca. Dopo quattro anni di matrimonio muore la moglie Sofia che lascia il figlio Boris di tre anni. In aiuto di padre Sergij vengono ad abitare con lui le due sorelle Ekaterina e Praskov’ja. In seguito, a loro si unirà pure la mamma Marija Pavlovna. Dopo l’incontro con lo starec Aleksij, la vita spirituale di padre Sergij ha un profondo mutamento. Pur restando in famiglia, le sue giornate si ispirano all’ideale monastico: molto spazio alla preghiera e alla direzione spirituale dei fedeli senza trascurare la predicazione.
Riportiamo un breve saggio dalle prediche che i fedeli trascrivevano e sono giunte fino a noi. “Veramente la vita è diventata più interessante e varia; ma nel medesimo tempo si nota il diffondersi di una comune insoddisfazione; la coscienza della propria miseria, nostalgia, tristezza, noia, disperazione. Perché questo? Aall’indubbio pregresso che si nota nella nostra società si accompagna anche una assoluta indifferenza per i misteri e per le gioie della fede. Lo scorrere della vita si sottrae sempre di più ai teneri raggi accattivanti del Sole cristiano della Verità … La causa di tutto questo dipende dal fatto che la beatificante forza dei santi Sacramenti, la forza che proviene dalla Spirito Santo, per l’uomo contemporaneo, ha cessato di essere la fonte che determina la sua coscienza morale e la sua attività … Il male del mondo è radicato nel cuore dell’uomo; non lo si può curare semplicemente con sforzi umani e mezzi che offre il mondo; può essere curato soltanto con uno strumento radicale, il rinnovamento della stessa radice della vita …”
Nella primavera del 1922 padre Sergij viene arrestato per opposizione all’esproprio degli oggetti preziosi della chiesa e per aver diffuso la lettera enciclica del Patriarca Tichon. Il 13 dicembre 1922 è condannato ad un anno e mezzo di prigione. Il 14 aprile 1931 è nuovamente arrestato per propaganda contro il regime e condannato a tre anni di confino. Scontata la pena padre Sergij ritorna a Mosca e il metropolita Sergij, luogotenente del Patriarcato. lo nomina suo segretario. Il 21 gennaio 1938 è arrestato per la terza volta. Nel salutare la madre padre Sergij si inginocchia per chiederle perdono e poi soggiunge: “Cara mamma in questa vita non ci vedremo più”. Il 15 marzo è condannato alla pena capitale e il 22 marzo 1938 viene fucilato.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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