Sergej nasce il 6 agosto 1884 nel villaggio El’cino, governatorato di Vladimir. Il padre Michail era sacerdoti come pure divennero sacerdoti tutti quattro i suoi figli. Tutti quattro coronarono la propria vita con il martirio. Sergej termina il seminario teologico nel 1904 e nel 1907 è ordinato sacerdote. Nel 1919 succede al padre nella parrocchia della Madre di Dio di Tichvin dove rimane fino al suo arresto del 1937. Nella stessa chiesa dal 1914 serviva come lettore Dmitrij Rudakov il quale era nato il 20 ottobre 1879. Secondo la memoria dei parrocchiani, i comunisti nel 1930 proposero a tutto il clero della cattedrale di rinunciare al sacerdozio. Sia padre Sergij che il lettore Dimitrij si rifiutarono categoricamente. Il diacono invece cedette alle lusinghe dei comunisti che lo costrinsero a chiedere pubblicamente perdono di aver ingannato il popolo. Dopo la sua ‘confessione’ il diacono si allontanò dal villaggio e non fu più visto.
Il lettore Dimitrij Rudakov, per la sua fedeltà a Cristo, nel 1931 fu condannato a tre anni di lager. La moglie Tat’jana Fedorovna e la figlia Nadezhda furono private di tutti i loro averi: una vacca, un cavallo, e cacciati di casa; trovarono rifugio nella baracca accanto alla chiesa offerta da padre Sergij. Tat’iana si adoprò perché la sentenza del tribunale fosse riveduta e invalidata a Mosca. Dopo un anno e mezzo Dimitrij poté ritornare a casa e riprendere il suo sevizio di lettore nella cattedrale.
La persecuzione aveva incrementato l’amicizia di padre Sergij con Dimitrij. Pregavano molto insieme e curavano in modo particolare la celebrazione della Divina Liturgia, anche per prepararsi ad ulteriori prove che si prospettavano nell’avvenire. Non si fecero aspettare a lungo. Il 17 novembre 1937 padre Sergij e Dimitrij furono arrestati insieme. Dopo due giorni furono interrogati e accusati di propaganda antisovietica. La solita farsa.
Il 21 novembre 1937 padre Sergij Rufickij e Dimitrij Rudakov furono condannati alla pena capitale e il 27 novembre 1937 fucilati al poligono Butovo di Mosca e sepolti in fossa comune.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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