Varsonofij Lebedev (al secolo Vasilij Pavlovic Lebedev) nasce nel 1871 nel villaggio di Staruchino, governatorato di Novgorod, in una famiglia povera di otto figli. Il padre Pavel muore quando Vasilij ha appena sette anni e lascia la famiglia in un estrema indigenza. Manca di tutto, ma la fede è profonda, e la Provvidenza non manca di venir in aiuto a chi in essa confida. Il ragazzo Vasili può studiare i primi anni della scuola a spese dello stato e, come primatista, ottiene di poter entrare gratuitamente anche nel seminario teologico di Novgorod, Anche a Novgorod Vasilij si distingue sia per intelligenza che per amore agli studi. La sua tesi sui veterocredenti ottiene il massimo dei voti e la lode particolare del vescovo che decide a sue spese di mandarlo a Mosca per completare le ricerche sui veterocredenti. Di ritorno a Novgorod il vescovo lo affianca al sacerdote responsabile della missione interna e Vasilij il 1 aprile 1895 entra in monastero ed assume il nome di Varsonofij. Il 30 luglio dello stesso anno viene ordinato sacerdote.
Alla fine del ’900 anche a Novgorod, oltre ai veterocredenti, si stavamo diffondendo con successo molte sette protestanti. Padre Varsonofij deve ora conoscere dal vivo ciò che prima era stato oggetto dei suoi studi. Avvicina personalmente ogni persona, l’ascolta pazientemente, sottolinea ciò che vi è di comune nella dottrina e nella morale, e in seguito, quando è nata un’amicizia seria propone la fede cristiana come compimento di ogni tensione spirituale. I frutti non si fanno aspettare e molti, soprattutto protestanti, ritornano alla fede ortodossa. Il 10 febbraio 1909 il vescovo di Novgorod gli affida la direzione di tutto il movimento missionario interno alla diocesi. Il 4 settembre 1912 si celebra a Novgorod il primo congresso missionario, e da allora spetterà a padre Varsonofij organizzare tutta una serie di convegni e di congressi sul tema missionario. La missione entra sempre di più nella coscienza del clero e di alcuni laici come parte sostanziale della fede, e si estende non soltanto ai protestanti e ai veterocredenti, ma anche ai nuovi atei che si ispirano al marxismo.
L’8 gennaio 1917 padre Varsonofij viene consacrato vescovo, destinato alla diocesi di Kirilloov e vicario della diocesi di Novgorod. Con l’avvicinarsi dei tempi tristi del comunismo il nuovo vescovo vede la necessità di formare delle fraternità consolidate nella fede che sappiano resistere agli attacchi furiosi del nemico. La prima è la ‘Fraternità di S. Cirillo’, la quale, come si legge nello statuto, “ha lo scopo di elevare lo spirito religioso e la moralità fra il popolo; conservare la purezza della fede ortodossa e difendere le cose sacre della Chiesa …”
Il 14 settembre 1918 il vescovo è arrestano brutalmente per strada da alcuni gendarmi rossi che lo portano in prigione. Qui trova altri detenuti cristiani che gli prospettano il martirio. Il vescovo risponde: “Non temo una morte violenta, ma non ho il coraggio di pensare che il Signore mi abbia ritenuto degno del martirio”. Il vescovo passa tutta la notte in preghiera ed il giorno seguente il 15 settembre alle ore cinque del mattino il gruppo dei condannati, senza alcun processo, vengono portati sul luogo della fucilazione. Lungo il percorso i destinati al martirio devono sopportare offese e maltrattamenti: “Tutti i lupi come voi saranno fucilati”
“Questo è il nostro Golgota - dice il vescovo -. Dobbiamo andare alla morte senza paura, come ad un banchetto nuziale, allegramente … Secondo l’esempio del Salvatore, dobbiamo perdonare a tutti, dobbiamo entrare nell’altro mondo in pace con tutti.” Si raccolse alcuni minuti in preghiera poi si rivolse verso i carnefici, li benedisse e disse: “Io ho finito”. E cadde fucilato. Era il 15 settembre 1918.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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