Il martire Vasilij nasce il 25 marzo 1971 nel villaggio Tishinovo, governatorato di Mosca. Terminati gli studi teologici nel 1886 è ordinato sacerdote e destinato al servizio della chiesa della Madre di Dio di Kazan’ presso il monastero femminile di Golovino. Accanto al monastero era stato costruito un ospedale ed una casa di accoglienza per i più poveri. Durante la guerra contro il Giappone è chiamato come cappellano militare a prestar servizio al fronte. Terminata la guerra ritorna al monastero sperando nella pace. Accanto alla chiesa di legno, appena sufficiente per contenere le monache, padre Vasilij, aiutato dai fedeli, dai quali ha guadagnato la stima e la venerazione, riesce a costruire una grande chiesa in muratura, centro di una parrocchia per i villaggi vicini e luogo di accoglienza per i pellegrini che vengono numerosi a visitare il monastero e confidarsi con il padre.
Con il colpo di stato dell’ottobre 1917, i compagni rossi riescono a turbare la pace, ma non a togliere la serenità del cuore e impedire il lavoro apostolico di padre Vasilij. Alla fine degli anni venti sequestrano la chiesa di legno per farne un deposito. Nel dicembre del 1918 due rappresentanti del partito si presentano a controllare lo stato di stabilità del campanile. I fedeli intuiscono che il partito vuole eliminare le campane segno di una presenza non desiderata. Si oppongono senza usare violenza, come sono soliti fare i compagni, ma in modo deciso. Nello stesso tempo fanno intervenire degli esperti che garantiscono che il campanile, da poco costruito, non ha bisogno di essere consolidato. I comunisti si ritirano in buon ordine, per questa volta.
Il 4 maggio 1929, durante la Settimana Santa, i comunisti radunano un assemblea di tutti gli operai per chiedere a Mosca che venga chiusa la Chiesa di Golovino. Per disporre la gente ad accogliere le decisioni supreme, i compagni per la notte di Pasqua, mentre il popolo ‘ignorante’ festeggia nella processione notturna la Risurrezione di Cristo, programmano un film antireligioso. Ma come succede nella vita, non tutte le ciambelle riescono con il buco. All’inizio della processione religiosa, quando tutto è predisposto per la proiezione del film, saltano gli impianti elettrici. Naturalmente i comunisti (e non si può dare loro tutti i torti) pensano ad un sabotaggio da parte dei credenti. Da questi sospetti nascono indagini e arresti. Il primo ad essere chiamato al tribunale di Mosca è Vladimir Ivanovich Dryndrin collaboratore di padre Vasilij. Il 21 giugno 1929 viene arrestato anche padre Vasilij. Il 16 agosto 1929 Vladimir Ivanovich è condannato per via amministrativa a quattro mesi di confino mentre nello stesso giorno padre Vasilij è liberato con la proibizione per tre anni di vivere a Mosca e nella provincia di Mosca. Il 28 luglio 1932 padre Vasilij può ritornare alla sua parrocchia. Nel frattempo però la chiesa era stata chiusa e trasformata in deposito per il grano, Padre Vasilij può celebrare nel villaggio di Aksin’ino nella chiesa dedicata alla Madre di Dio del Segno. Per il padre è una consolazione poter constatare che non solo i fedeli sono diminuiti di numero, ma che sono in continuo aumento grazie soprattutto ad intellettuali che durante la persecuzione ritrovano la fede.
Nell’ottobre 1937 padre Vasilij viene accusato da un attivista comunista (normalmente pagato dal partito) di svolgere propaganda antisovietica. Per quel tempo accusa più che sufficiente per portare il padre alla fucilazione. Il 25 novembre il tribunale della Trojka condanna padre Vasilij alla pena capitale. Il padre Vasilij Licharev viene fucilato il 27 novembre 1937 nel poligono Butovo di Mosca e sepolto in fossa comune.
Autore: Padre Romano Scalfi
Fonte:
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