Sant’Agapito (Agabio o Agapio) è stato un vescovo della diocesi di Verona vissuto nel IV secolo.
Nella cronotassi della diocesi scaligera figura al nono posto, dopo San Zeno e prima di San Lucio o Lucidio.
Il nome Agapito è d’origine greca e deriva la verbo “agapao” amare.
Sant’Agapito, citato nell’importante documento il “Velo di Classe” con il nome “Agapitus” non compare nel documento liturgico “Carpsum” del secolo XI, per cui il culto per questo vescovo non può che risalire dopo il secolo XII.
Su di lui non abbiamo alcuna notizia, sappiamo solo che era sepolto nella chiesa di San Procolo e alla soppressione della chiesa, il 28 settembre 1806, i suoi resti furono traslati nella cripta della basilica di San Zeno.
Nel “Catalogus Sanctorum Ecclesia Veronensis” mons. Franco Segala ne trascrive l’elogium dal Martirologio della Chiesa veronese: “Veronae sancti Agabii eiusdem civitatis episcopi (qui, pietate erga Deum et morum lenitate maxime praestans, virtutum omnium, fidei in primis ac liberalitatis in pauperes omnibus, post se fututis episcopis exempla reliquit)”.
Un’altra precisazione su questo santo vescovo viene fatta da mons. Dario Cervato nella sua recente opera “Verona Agiografica” dove si afferma: “alcuni lo dissero nativo di Cesarea in Palestina, dove fu vescovo successore di Teotemo, e quindi trasferito a Verona, ma è notizia infondata”.
Nel martirologio diocesano, San Agapito o Agabio era ricordato nel giorno della sua memoria che si teneva il 4 agosto, fino alla riforma del Proprio veronese del 1961, voluta dal vescovo, il venerabile Giuseppe Carraro, quando fu decisa una festa comune per tutti, i primi santi vescovi veronesi, e la sua festa singola venne a cessare.
Autore: Mauro Bonato
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