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VI-VII sec.
Fu vescovo di Verona tra il VI e il VII secolo. Si prese cura del culto di San Mauro e gli sopravvisse per qualche anno. Dopo la sua morte, fu sepolto nella chiesa di Santo Stefano. Le sue spoglie vennero trasferite in un nuovo altare nel 1548. Nonostante la sua incerta collocazione nella cronotassi dei vescovi veronesi, San Giovanni è ricordato per la sua dedizione al suo popolo e per le sue virtù. La sua memoria, un tempo celebrata il 6 giugno, confluì nel 1961 in una festa comune per i primi vescovi veronesi.
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San Giovanni è stato un vescovo della diocesi di Verona vissuto tra i sec. VI – VII.
Nella cronotassi della diocesi scaligera figura dopo San Senatore e non San Lupo e prima di San Mauro; non essendo certa la lista non si può affermare con sicurezza che figuri al posto 27. Di questo vescovo non abbiamo notizie certe.
Mons. Dario Cervato, nel suo recente volume “Verona Agiografica” c’informa che nel “Martirologio veronese” il vescovo Concesso II è elogiato con il nome di Giovanni, uomo di santi costumi e di grandi virtù.
Di sicuro San Giovanni si curò della sepoltura di San Mauro a cui sopravvisse quattro anni.
Dopo la sua morte, venne sepolto nella chiesa di Santo Stefano.
Nel 1548, affermano il Bagatta-Peretti, si fece la traslazione dei corpi di San Mauro e di San Giovanni, da un luogo umido ad un nuovo altare. Secondo un’attestazione, fatta sotto giuramento dal parroco Giovanni Tajetti, in quell’occasione le ossa scoperchiate emanarono una soave fragranza.
Secondo Cervato “nel Velo di Classe, in Ravenna, può essere identificato con Concessus. Forse fu dato come coadiutore a San mauro che si era allontanato da Verona: di qui l’appellativo di Concessus e il suo legame San Mauro.
Nel “Catalogus Sanctorum Ecclesia Veronensis” mons. Franco Segala ne trascrive l’elogium dal Martirologio della Chiesa veronese: “Veronae sancti Ioannis eiusdem urbis episcopi (viri sanctissimis moribus atque in pascendis animabus magna virtute praediti)”.
Nel martirologio diocesano, San Giovanni era ricordato nel giorno della sua memoria che si teneva il 6 giugno, fino alla riforma del Proprio veronese del 1961, voluta dal vescovo, il venerabile Giuseppe Carraro, quando fu decisa una festa comune per tutti i primi santi vescovi veronesi, e la sua festa singola venne a cessare.
Autore: Mauro Bonato
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