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Sant' Andrea il Folle

Festa: 28 maggio (Chiese Orientali)

X secolo

Le notizie storiche su di lui sono contraddittorie, fino a far dubitare della sua esistenza. Egli fu forse originario della Scizia, ed era uno schiavo. Secondo il suo agiografo, un certo Niceforo presbitero di Santa Sofia, fu educato dal suo padrone che lo volle suo segretario. Poi, ancora giovanissimo e in maniera improvvisa, Andrea diede chiari segni di follia. Il padrone lo fece incatenare presso la chiesa di Sant'Anastasia, ma inutilmente: era ormai inziata la vicenda del più amato folle per Cristo di Costantinopoli. Da quel momento, egli vivrà simulando un tale degrado esteriore da far ribrezzo persino agli animali; faceva questo, secondo la tradizione, per poter servire gli uomini nell'umiltà e nel nascondimento. Visionario, affascinato dal futuro ultimo dell'uomo, Andrea esprime con la vita e con numerosi dialoghi la sua attesa del regno e il giudizio che il compiersi dei tempi profetizzato nelle Scritture proietta sulla storia. Lo accompagna spesso come interlocutore Epifanio, personaggio ben dotato di senno, che diverrà patriarca di Costantinopoli. A differenza del suo predecessore di Emesa, Simeone il Folle, Andrea non simula tanto la follia per smascherare i peccati di quanti incontra, ma dedica piuttosto tutta la sua vita a indicare un mondo invisibile, una sapienza «altra». Forse per questo è molto amato dai monaci bizantini, che gli dedicheranno una miriade di piccole chiese ubicate nei luoghi più impensabili.



La figura di Sant'Andrea il Folle, venerato il 28 maggio dalle Chiese Orientali, rappresenta un enigma affascinante nella storia della spiritualità cristiana. Noto come il primo "folle per Cristo" della chiesa bizantina, Andrea sfida le definizioni convenzionali di santità, incarnando un ideale evangelico radicale e radicato nell'umiltà e nel distacco dal mondo materiale.
Le informazioni biografiche su Sant'Andrea sono frammentarie e spesso contraddittorie, alimentando il mistero che circonda la sua esistenza. Si presume che fosse originario della Scizia, forse uno schiavo riscattato dal suo padrone che ne riconobbe l'intelligenza e lo educò, facendone il proprio segretario. Tuttavia, un evento improvviso sconvolse la sua vita: Andrea manifestò segni di follia, portando il padrone a farlo incatenare presso la chiesa di Sant'Anastasia.
La "follia" di Andrea non era una mera insania, ma una scelta consapevole, un mezzo per abbracciare un'esistenza radicale di umiltà e distacco dal mondo. Attraverso la sua apparente follia, Andrea denunciava l'ipocrisia e la vanità della società del suo tempo, incarnando l'ideale evangelico della rinuncia a sé stessi e del servizio agli altri.
Le sue azioni stravaganti e i suoi detti apparentemente sconclusionati nascondevano una profonda saggezza e una straordinaria capacità di visione profetica. Andrea era in grado di discernere i cuori degli uomini e di prevedere eventi futuri, come la celebre profezia sulla festa della Protezione della Madre di Dio, molto venerata nella Chiesa russa.
Le vicende di Sant'Andrea sono spesso narrate attraverso i dialoghi con Epifanio, un personaggio di spicco che diverrà poi Patriarca di Costantinopoli. Questi dialoghi offrono uno spaccato sulla teologia e la spiritualità di Andrea, incentrate sull'attesa del Regno di Dio e sul giudizio finale.
A differenza di Simeone il Folle, suo predecessore di Emesa, Andrea non si concentrava sul smascherare i peccati attraverso la follia simulata. Il suo obiettivo era piuttosto quello di rivelare l'esistenza di una realtà spirituale superiore, una sapienza divina che trascendeva la logica e la ragione comuni.
Questa visione mistica e anticonformista rese Andrea una figura molto amata dai monaci bizantini, che gli dedicarono numerose piccole chiese in luoghi impensabili.

Alcuni devoti gli offrivano denaro di loro volontà e non perché egli ne chiedesse. Egli accettava di buon grado, pregando per i donatori. In una giornata poteva ricevere dai venti ai trenta oboli. Ora, Andrea conosceva un nascondiglio dove si radunavano i mendicanti; accostatosi, come per gioco, si sedette in mezzo a loro e cominciò a giocare con gli oboli, perché la sua attività spirituale non fosse riconosciuta. Quando un povero cercò di prenderglieli, gli diede uno schiaffo: allora gli altri, per vendicare il loro compagno, lo presero a bastonate. Simulando la fuga egli gettò via tutti gli oboli. Così, quello che un mendicante riusciva a trovare era suo guadagno.
(Niceforo, Vita di Andrea il Folle)

PREGHIERA
Tu hai scelto la follia per amore di Cristo
e hai mostrato la stoltezza dei sapienti.
Sei stato perseverante
nella tua lotta in questo mondo,
e Cristo ti ha portato in paradiso.
Intercedi presso di lui, o Andrea,
per coloro che onorano la tua memoria.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-06

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