Nascita e infanzia
Serafina Latini nacque il 13 febbraio 1753 a Mogliano Marche da Giuseppe Latini, discendente da una nobile famiglia ed Eufrasia Angelisti. Fin dai primi anni dimostrò uno spirito straordinario di pietà, obbedienza, carità e mortificazione.
Secondogenita di quattordici figli, dalla famiglia Latini nacquero ben tre sacerdoti e quattro monache.
Essendo una delle più grandi, fin da piccola dovette occuparsi sia della casa che dei suoi fratelli.
All’epoca era consuetudine che in famiglie come quella dei Latini i ragazzi avevano un sacerdote quale maestro in casa, che insegnava loro a leggere e scrivere, e li istruiva con varie lezioni di storia sacra e sulla dottrina cristiana.
Guarisce miracolosamente.
A tredici anni si ammalò gravemente, ma venne guarita miracolosamente per l’intercessione del beato Pietro da Mogliano e di San Benedetto, che le indicarono la sua strada futura: quella di farsi religiosa.
Serafina maturò un grande fervore religioso, che ben presto la portò alla decisione di farsi religiosa e di prendere i voti.
La piaga nel petto
Un giorno mentre recitava le sue preghiere di fronte all’immagine della Madonna con il Bambino, ebbe una visione: Gesù si staccava dall’immagine e le penetrava nel petto. Da quel giorno, nel petto di Serafina, vicino al cuore, si aprì una piaga che le rimase per tutta la vita, e che nessun medico riuscì a curare.
Comunicata la sua decisione ai propri genitori, dovette subire una lunga e dura opposizione alla sua entrata in convento.
Entra tra le monache benedettine
A diciotto anni, Serafina ottenne ciò che le stava più a cuore: entrò nel monastero di Santa Maria della Pace, tra le religiose Benedettine di Treia in provincia di Macerata, dove ben quattro zie erano diventate monache. Con l’entrata nel monastero, Serafina assunse il nome di Angela Maria.
Ben presto la giovane monaca si distinse per l’osservanza alla regola arrivando ben presto ad un alto gradi di perfezione evangelica.
Era normale per suor Angela Maria pregare ed offrire le proprie penitenze per la Chjiesa, per le anime del Purgatorio e per la conversione delle persone traviate.
Riceve doni soprannaturali
Ma la modestia, la bontà, l’assistenza ai bisognosi, non furono le sue uniche virtù. Infatti, ci sono autorevole testimoni, tra cui le consorelle, il vescovo, numerosi sacerdoti e alcuni nobili del luogo che asseriscono avesse doni soprannaturali.
Suor Angela Maria Latini riusciva a vedere “dentro” le persone, operava guarigioni, e aveva il dono della profezia.
Riceve le stimmate
Oltre a cadere in estasi e ad avere delle visioni mistiche all’età di trent’anni ebbe il dono delle stimmate alle mani e ai piedi.
Nell’epoca in cui visse suor Angela Maria, le conversioni erano una cosa comune, spesso dovute a condizionamenti familiari la Serva di Dio seppe distinguersi, per una spiritualità intensa e sincera e un’importante e costante connessione al divino.
Muore in concetto di santità
Suor Maria Angela Latini morì in concetto di santità, il 4 gennaio 1804 nel monastero di Treia.
Il processo per la beatificazione e canonizzazione
Alcuni anni dopo la sua morte fu aperto il processo canonico per la sua beatificazione e gli atti furono spediti alla Congregazione dei santi nel 1940. Il decreto sugli scritti è stato emanato il 5 giugno 1940.
Dopo la richiesta del 26 giugno 1943, della Congregazione dei Riti, nella diocesi di Treia fu riaperto il processo per la beatificazione della serva di Dio, suor Angela Maria Leninti. Gli atti furono rinviati a Roma il giorno 7 agosto 1945.
Autore: Mauro Bonato
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