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Servo di Dio Jean-Baptiste Mosnier Sacerdote e martire
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Saint-Julien-d’Ance, Francia, 7 settembre 1757 – Le Puy-en-Velay, Francia, 30 giugno 1794
Jean-Baptiste Mosnier nacque a Saint-Julien-d’Ance, nell’Alta Loira, il 7 settembre 1757. A diciott’anni domandò l’ammissione nel Seminario Maggiore di Le Puy-en-Velay e fu ordinato sacerdote sul finire del 1780. Ebbe il primo incarico come professore di filosofia nello stesso Seminario, poi venne nominato vicario a Saint Maurice de Roche. Inizialmente aderì alle idee della Rivoluzione francese, tanto che prestò giuramento sulla Costituzione civile del clero. Domenica 8 maggio 1794, però, ritrattò pubblicamente di fronte ai suoi parrocchiani. Da allora, per esercitare il ministero sacerdotale, doveva nascondersi in varie abitazioni. Il mattino del 26 giugno 1794 venne arrestato nella casa della famiglia Dorat, insieme ad altre venti persone. Solo una di esse, suor San Tommaso, al secolo Elisabeth Dorat, figlia dei padroni di casa, fu condannata a morte per averlo ospitato, mentre per lui la pena capitale fu comminata per non aver rispettato la legge sul giuramento. Gli altri prigionieri furono condannati alla prigionia temporanea o assolti. Il sacerdote e la religiosa vennero ghigliottinati a Le Puy-en-Velay, in place du Martouret, il 30 giugno 1794. Il 7 agosto 2019 la diocesi di Le Puy-en-Velay aprì il processo diocesano sul presunto martirio di ventiquattro suoi fedeli, compresi l’abbé Mosnier e suor San Tommaso, uccisi durante il periodo del Grande Terrore della Rivoluzione francese.
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Jean-Baptiste Mosnier nacque a Saint-Julien-d’Ance, nell’Alta Loira, il 7 settembre 1757. Fu battezzato lo stesso giorno, nella chiesa parrocchiale del paese. Dotato di grande intelligenza, a diciott’anni domandò l’ammissione nel Seminario Maggiore di Le Puy-en-Velay, come dimostrano i registri del Seminario sin dal 1775.
Fu ordinato sacerdote sul finire del 1780. I sacerdoti di San Sulpizio, responsabili del Seminario, gli affidarono immediatamente l’insegnamento della filosofia ai giovani allievi. Nel giro di qualche anno venne nominato vicario a Saint Maurice de Roche.
Nei primi giorni della Rivoluzione francese, si lasciò coinvolgere dalle nuove idee che cominciavano a circolare. Prestò anche giuramento sulla Costituzione civile del clero, con cui il governo rivoluzionario intendeva inglobare i sacerdoti tra i funzionari dello Stato, distaccandoli però dalla fedeltà al Papa e dagli aspetti più strettamente legati al ministero.
Domenica 8 maggio 1794, l’abbé Mosnier ritrattò pubblicamente le proprie posizioni, di fronte ai parrocchiani radunati per la celebrazione della Messa. Da quel momento, per esercitare il ministero, dovette nascondersi, spostandosi di continuo per le parrocchie del circondario per rispondere alle chiamate che gli venivano rivolte.
Uno dei suoi rifugi prediletti era la casa della famiglia Dorat, nel villaggio di Tourris. In quel luogo fu arrestato il mattino del 26 giugno 1794. Con lui vennero portate a Craponne, poi a Le Puy-en-Velay, altre venti persone, che vennero condotte al tribunale criminale.
L’abbé Mosnier e una figlia dei Dorat, Elisabeth, religiosa domenicana col nome di suor San Tommaso, vennero condannati alla pena capitale: il primo, per non essere stato in regola con la legge sul giuramento sulla Costituzione civile del clero, la seconda per averlo ospitato.
La sentenza venne eseguita il 30 giugno 1794 a Le Puy-en-Velay, in place du Martouret. Gli altri diciannove prigionieri vennero condannati alla reclusione temporanea o assolti.
Il 7 agosto 2019 la diocesi di Le Puy-en-Velay aprì il processo diocesano sul presunto martirio di ventiquattro suoi fedeli, compresi l’abbé Mosnier e suor San Tommaso, uccisi durante il periodo del Grande Terrore della Rivoluzione francese.
Autore: Emilia Flocchini
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