Vittoria nacque nel cuore di Genova, poco distante dalla Parrocchia della Maddalena, figlia di un avvocato di Pietra Ligure, poi monaco olivetano a Quarto. Sua mamma Giovanna apparteneva alla famiglia dei Conti De Coureil. I genitorile trasmisero due caratteristiche della personalità: tenacia e dolcezza. Trascorse l’adolescenza con la famiglia a Firenze, tornò poi a Genova quando la situazione politica, passata la bufera napoleonica, era nuovamente tranquilla. La giovane Vittoria, guidata dal direttore spirituale, cominciò a dedicarsi all'educazione delle fanciulle povere. Nel 1820 diede inizio al suo apostolato in una casa presa in affitto a Granarolo, sulla collina di san Rocco. L’aveva promesso alla Madonna durante una grave malattia.Furono sue compagne una dozzina di amiche, spinte dallo stesso fervore religioso. Giuridicamente si diede vita a una comunità “laica”, così da ottenere il favore anche della borghesia liberale. Poterono così aiutare concretamente un buon numero di famiglie disagiate. Tra i direttori dell'istituto troviamodon Francesco Agnini, poi vescovo di Sarzana-Brugnato. L’attività divenne nota in tutta la città e arrivarono generose donazioni utili all’acquisto di un l’ex convento agostiniano che aveva annessa una chiesa dedicata alla martire siciliana Agata. L’edificio era in borgo di San Fruttuoso,sulla riva sinistra del torrente Bisagno. Il 19 dicembre 1827 le “maestre pie”, come vennero denominate, vi si trasferironocon il beneplacito di re Carlo Felice. Poco dopo arrivò la benedizione dell'arcivescovo Lambruschini.
Madre Vittoria e compagne accolsero sia alunne esterne che interne, già nel 1836 furono edificati nuovi locali scolastici accanto agli esistenti e un ulteriore ingrandimento ci fu nel 1871.
La Fondatrice era "soggetta però a tali disposizioni di salute che le permettevano bensì assistere alla pia opera, ma non reggerla, come aveva fatto per anni diciotto". Morì il 26 ottobre 1874. La congregazione crebbe, nel 1934 ci fu il decreto di riconoscimento delle Suore Maestre Pie di Sant'Agata come congregazione religiosa.
Vittoria fu una protagonista del “cattolicesimo sociale” dell’Ottocento, in un clima politico in parte ostile alla Chiesa ein un contesto sociale di grande mutamento. Fu una donna umile, ma spiritualmente forte. Preferì sovente restare nell’ombra, di lei ci resta solo una foto scattata sul letto di morte. Le suore di Madre Vittoria, dal 1985, sono presenti anche in India (in Madhya Pradesh) dedite a servizi infermieristici e di alfabetizzazione. In Italia, oltre all’educazione, il loro operato è rivolto agli anziani. Nel 2008 a Genova, nei pressi di Casa Madre, le è stata intitolata una via.
Autore: Daniele Bolognini
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