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Beato Francesco d’Oudinot de la Boissière Sacerdote e martire
Festa:
7 settembre
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Saint-Germain de Masseré, Francia, 3 settembre 1746 – Rochefort, Francia, 7 settembre 1794
François d’Oudinot de la Boissière nacque il 3 settembre 1746 a Saint-Germain de Masseré, nella diocesi di Limoges. Dopo aver ricevuto la tonsura a Limoges nel 1751, proseguì gli studi a Tolosa. Esperto giurista, assennato ed erudito, si rifiutò di giurare sulla Costituzione Civile del Clero e di prestare il giuramento di libertà e uguaglianza. Venne quindi arrestato e destinato alla deportazione, per cui fu imbarcato sulla nave, impropriamente detta pontone, «Les Deux Associés», ancorata nei pressi di Rochefort. Il mezzo avrebbe dovuto salpare verso la Guyana, ma non poté a causa dello scarso stato di conservazione e del blocco navale imposto dalla flotta inglese. Don d’Oudinot si consacrò al servizio dei prigionieri malati all’interno della nave, finché lui stesso soccombette. Chiese di confessarsi quando si vide ormai grave e desiderò che gli si parlasse della vita eterna. Morì il 7 settembre 1794 e fu sepolto sull’isola Marianne. Fu beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, compreso in un elenco di sessantaquattro sacerdoti e religiosi morti per la fede durante la prigionia nei pontoni di Rochefort.
Martirologio Romano: In una galera all’ancora al largo di Rochefort sulla costa francese, beati Claudio Barnaba Laurent de Mascloux e Francesco d’Oudinot de la Boissière, sacerdoti e martiri, che, arrestati durante la rivoluzione francese per il loro sacerdozio e messi agli arresti navali, morirono per Cristo ammalandosi gravemente per la fame.
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François d’Oudinot de la Boissière nacque il 3 settembre 1746 a Saint-Germain de Masseré, nella diocesi di Limoges. Dopo aver ricevuto la tonsura a Limoges nel 1751, proseguì gli studi a Tolosa, dove ottenne il grado di dottore, ed essendo diacono gli fu data una canonica a Saint-Germain.
Era anche assessore ecclesiastico del Parlamento di Bordeaux. Veniva considerato una persona virtuosa, assennata ed erudita, oltre che un buon giurista.
Si rifiutò di giurare sulla Costituzione Civile del Clero e di prestare il giuramento di libertà e uguaglianza. Arrestato per ordine del Dipartimento a Saint-Germain, fu condotto a Limoges, prima a La Visitation e poi a La Regle.
Ridotto in povertà, domandò aiuti economici, ma il 25 febbraio 1794 dovette partire per Rochefort e venne imbarcato sulla nave-deposito, impropriamente detta pontone, «Les Deux-Associés». L’imbarcazione non partì mai, sia perché fatiscente, sia perché il blocco navale imposto dall’esercito francese impediva di salpare in mare aperto.
Insieme alle centinaia di sacerdoti e religiosi imprigionati, molti dei quali provenienti dal suo stesso dipartimento, don d’Oudinot sopportò le ingiurie dell’equipaggio, la scarsa assistenza sanitaria e le malattie che imperversavano. Si dedicò a sua volta a servire i malati finché lui stesso non soccombette.
Secondo la testimonianza di un sacerdote sopravvissuto alla prigionia, chiese di confessarsi quando si vide ormai grave. Al confessore, che cercava di rassicurarlo, replicò: «Credete voi che io tenga alla vita? Ah! Parlatemi piuttosto della vita futura e del possesso di Dio!». Morì il 7 settembre 1794 e fu sepolto sull’isola Marianne.
Fu beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, compreso in un elenco di sessantaquattro sacerdoti e religiosi, i soli, fra quanti erano deceduti nei pontoni di Rochefort, di cui si era potuta reperire sufficiente documentazione.
Autore: Emilia Flocchini
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