La sua esistenza è testimoniata principalmente dal suo nome inserito nel Martirologio Geronimiano, un antico elenco di santi.
Purtroppo, le informazioni biografiche su San Valis sono estremamente frammentarie. Si ipotizza che sia vissuto prima del VII secolo, dedicando la sua vita al servizio pastorale come sacerdote nella diocesi di Auxerre. La sua fede incrollabile e la sua dedizione al prossimo lo resero un punto di riferimento per la comunità, guadagnando la stima e la venerazione dei fedeli.
Dopo la sua morte, i resti mortali di San Valis furono deposti nel cimitero di San Amâtre a Mont-Arté, ad Auxerre. Con il passare del tempo, la sua figura crebbe in importanza e devozione, spingendo le autorità ecclesiastiche a trasferire le sue reliquie nella Cattedrale cittadina di San Stefano. Questa traslazione, avvenuta presumibilmente prima del 1076 per opera del vescovo Goffredo di Champallemen, contribuì ad elevare ulteriormente il culto del santo.
L'esistenza di San Valis è menzionata in alcuni testi storici e agiografici dedicati alla città di Auxerre, tra cui quelli di Edmaro di Auxerre e di Giovanni Mabillon. La sua memoria è tutt'oggi viva nella diocesi francese, dove viene commemorato annualmente il 21 maggio, giorno della sua festa.
Autore: Franco Dieghi
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