Giuseppe Antonio Filippozzi nacque il 30 settembre 1888 a Vestenanova in provincia di Verona, da Teodoro e Regina Dal Fitto.
A soli due mesi rimase orfano del padre, che morì di vaiolo dopo un viaggio ad Arzignano di Vicenza. Dopo quella morte, la casa dei Filippozzi fu chiusa per la quarantena e la famiglia doveva vivere solo con gli alimenti quotidiani forniti dal Municipio. L’anno seguente morì la sorella Maria Luigia e pochi anni dopo, nel 1892, moriva anche la mamma Regina.
A soli quattro Giuseppe Antonio rimase l’unico superstite della famiglia e venne accolto nella famiglia degli zii, dove trascorse tutta la sua fanciullezza, alternano lo studio scolastico al catechismo e al pascolo del gregge della famiglia.
La zia Benvenuta lo trattava come un figlio. Giuseppe Antonio divenne un chierichetto esemplare e ben presto s’iscrisse alla Confraternita della Madonna del Carmine di Vestenavecchia.
Sentito il desiderio di consacrarsi al Signore il piccolo Giuseppe Antonio iniziò a studiare il latino, grazie all’istruzione fornitagli dal cappellano del paese don Giovanni Bartolomeazzi.
All’età di dodici anni, seguendo l’esempio del cugino Francesco entrò tra i Frati minori, nel collegio Serafico Missionario di Chiampo in provincia di Vicenza.
Uno dei suoi compagni lo ricorda così: “Mi pare ancora di vederlo: piccolo nella persona, mingherlino; il vestito scolorito e povero. Ma subito si trovò a suo agio tra i compagni rivelando un animo fatto per la virtù, un carattere sinceramente buono che s’indirizzava alla santità”.
In collegio divenne un esempio per i “fratini” dimostrando la sua ardente devozione per l’Eucarestia e la sua filiale devozione a Maria Immacolata.
Giuseppe Antonio vestì l’abito francescano a quindici anni, prendendo il nome di Giovanni Giuseppe, che divenne per tutti Giangiuseppe.
Nel mese di settembre del 1904 iniziò il noviziato a San Francesco del Deserto in Venezia, dove il 3 novembre pronunciò la sua prima professione con i suoi voti semplici.
Fra Giangiuseppe rimase fino al 1905 a San Francesco del Deserto e poi fu trasferito a Santa Lucia di Vicenza, dove rimase fino al 1906.
Nel 1906 è stato mandato a studiale filosofia a Ceneda in provincia di Treviso, luogo dove il 21 febbraio 1907 riceverà la cosiddetta “tonsura”.
Il giorno 23 agosto 1908, fra Giangiuseppe pronuncerà la sua professione religiosa solenne nel convento di San Bernardino a Verona, grazie ad una dispensa del vescovo, in quanto non era ancora maggiorenne.
Completò i suoi studi da chierico e grazie alla sua testimonianza era chiamato da tutti ”l’Angelo del Chiericato”.
Nel 1910 ricevette gli ordini minori dal vescovo di Verona, cardinale Bartolomeo Bacilieri.
Il 17 dicembre 1910, fu ordinato diacono nella chiesa di San Bernardino a Verona, dal patriarca di Venezia, Aristide Cavallari, e il 13 agosto 1911 dallo stesso cardinale fu ordinato sacerdote nella chiesa di San Felice a Venezia.
Il 20 agosto 1911 padre Giovanni Giuseppe tornò nel suo paese natale, a Vestenanova, per celebrare la sua prima messa.
Il parroco del luogo lo ricorda così: “Ricordo con venerazione il pio religioso fra Giangiuseppe Filipozzi nel giorno della sua prima messa. La chiesa era zeppa di popolo commosso… tra quel popolo numeroso, parecchi piangevano. Nel Padre Giangiuseppe si vedeva un’anima infiammata di amore al Signore. A me ha lasciato l’impressione di un’anima eletta”.
A soli ventitré anni viene inviato ad insegnare greco e storia a Ceneda. Nel 1913 è stato nominato vice maestro degli studi di retorica e nel 1914 è promosso maestro spirituale dei chierici di Ceneda.
A soli 26 anni, più che superiore era il fratello buono dei chierici, vero modello di vita francescana e sacerdotale.
Dopo questa esperienza Padre Giangiuseppe fu inviato per tre mesi all’ospedale di Vicenza in aiuto al primo cappellano e nell’ottobre del 1916 è nominato Vicario, Vice-rettore e Lettore insegnate nel collegio serafico di Chiampo.
In questa sede agli studenti insegnerà latino, italiano e storia. Ma, questa esperienza durò molto poco.
Nel 1917 in pieno conflitto mondiale, dopo che alcuni frati furono chiamati alle armi, il padre Provinciale dei Frati Minori decise la chiusura del collegio serafico.
Padre Giuangiuseppe Filipozzi fu ritenuto abile per la Quinta Compagnia di Sanità e indossò l’abito militare il 3 gennaio 1918.
Dopo un breve periodo nella caserma dei derelitti di Verona nell’ex-convento die cappuccini, Padre Giangiuseppe venne assegnato all’infermeria avanzata di Caprino veronese.
In quella sede oltre a fare il piantone, doveva curarsi della pulizia delle sale, dei dormitori, dei letti, dei vasi da notte, delle sputacchiere e delle latrine. In tutte quelle umili mansioni padre Giangiuseppe svolgeva il suo servizio in spirito di obbedienza con “volto ilare e sereno”. Contemporaneamente a queste incombenze iniziò con l’assistenza agli ammalati.
Dopo che per un periodo fu osteggiato dal capitano, un ebreo di religione, riuscì ad ottenere il permesso di celebrare la messa per gli ammalati nei giorni di festa.
Così è ricordato padre Giangiuseppe nel testo sui sacerdoti, religiosi e missionari di Vestenanova:“A tutto egli si adatta e tutto lo compie con diligenza e amorevolezza mostrandosi, anche in quell’ambiente e circostanze difficili, religioso e sacerdote secondo il Cuore di Cristo. Se negli anni precedenti, sull’esempio del Maestro Divino, si era fato piccolo con i piccoli, precedendo sempre i discepoli con l’esempio, istruendoli con la parola semplice e pia, incitandoli alla virtù con una bontà soave e sorridente, ora da soldato-infermiere con la sua invitta pazienza, con il suo sorriso celestiale allevia i dolori del corpo e sana molte piaghe delle anime”.
Il 15 giugno 1918 è colpito dalla pleurite. Sette giorni dopo, il 22 giugno è caricato su un carretto per essere trasportato all’ospedale militare di Verona. Nel suo eroismo arriva a ringraziare il Capitano medico che cerca di strapparlo alla morte, operandolo senza narcotici, tagliandoli due costole intaccate dal male.
Nei suoi ultimi giorni di vita, che visse nella pienezza della sua scelta di vita religiosa, fu confortato da alcuni confratelli, presenti in ospedale. La dolorosa operazione fu inutile, tanto che padre Giangiuseppe morì il giorno 1 luglio 1918, a soli 29 anni.
Il funerale di padre Giovanni Giuseppe Filippozzi è stato celebrato nella chiesa del convento del cimitero monumentale di Verona, mentre a Caprino veronese, dove molte persone lo chiamavano già “santo” fu celebrata una messa a ricordo a cui partecipò un gran concorso di popolo.
Nel necrologio che era stato appositamente realizzato è stato scritto: “P. Giangiuseppe Filipppozzi di Vestenanova, di anni ventinove, mite affabile, caro a tutti morì in concetto di santità” e nel testo “Giovinezze alla conquista” è stato ricordato quale “piccolo santo, Fratino, Vicerettore, soldato generoso della Patria morto in concetto di santità”.
Per l’occasione vennero stampate delle preghiere per ottenere delle grazie attraverso la sua intercessione, e tra queste una era rivolta alla Vergine Immacolata.
Autore: Mauro Bonato (M)
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