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Venerabile Bernardino (Dino) Piccinelli Vescovo

Festa: .

San Benedetto Val di Sambro, Bologna, 24 gennaio 1905 - Ancona, 1° ottobre 1984


Il Servo di Dio Bernardino Piccinelli (al secolo: Dino) nacque il 24 gennaio 1905 a Madonna dei Fornelli, frazione di San Benedetto Val di Sambro (Bologna, Italia). Rimasto orfano di padre ad un anno, nel 1909 la madre si sposò nuovamente e, con la famiglia, si trasferì a Bologna. Nel 1917, il Servo di Dio entrò nell’Ordine dei Servi di Maria. L’8 dicembre 1920, iniziò il noviziato a Montefano e, l’anno successivo, emise la professione temporanea dei voti. Nel 1924 venne inviato a Roma per gli studi teologici e, il 5 febbraio 1928, fu ordinato sacerdote. Svolse il servizio pastorale dapprima al santuario della Madonna della Ghiara in Reggio Emilia e, un anno dopo, al collegio di Ronzano come Vice-Maestro dei probandi e insegnante. Nel 1937, fu nominato Parroco della parrocchia “Sacro Cuore” in Ancona. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti distrussero il centro della città e il Servo di Dio si adoperò ad aiutare spiritualmente e materialmente la popolazione. Per tale azione, il 26 aprile 1984 gli venne conferita la medaglia d’oro per civica benemerenza.
Nominato Vescovo Ausiliare e Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Ancona, ricevette l’ordinazione episcopale il 10 luglio 1966. Per privilegio pontificio, continuò a ricoprire l’ufficio di parroco.
Durante gli anni di ministero episcopale, si contraddistinse per la fervida e generosa attività pastorale verso gli umili e i poveri, i malati e le persone in difficoltà.
Il 16 gennaio 1980, per raggiunti limiti di età, rassegnò le dimissioni da Vescovo Ausiliare e da Vicario Generale. Si ritirò nel convento dei Servi di Maria “Sacro Cuore” in Ancona, dove morì il 1° ottobre 1984.
Il Signore Gesù fu l’unico soggetto degli interessi spirituali e dell’apostolato sacerdotale del Servo di Dio. La sua fede eroica si basò su una incrollabile fiducia nella bontà del Signore e nell’intercessione della Vergine Santa. Per mantenere questo spirito di fede, si dedicava frequentemente alla preghiera, che per lui doveva avere tre qualità: l’umiltà, l’attenzione e la devozione. Si alzava alle quattro del mattino per l’orazione personale: durante il giorno continuamente si rivolgeva a Dio con le giaculatorie e alla Vergine Maria con numerosi Rosari; nel pomeriggio non andava a riposare, ma trascorreva questo tempo pregando davanti al Santissimo Sacramento.
Il Servo di Dio visse eroicamente la virtù della speranza con la fiducia nella misericordia di Dio. Superò i momenti difficili affidandosi al Signore, non contando sulle proprie capacità ma sperando solo nella Grazia del Signore. Desiderava ardentemente raggiungere la vita eterna, per questo pregava tantissimo ed anche si mortificava.
Il Servo di Dio visse eroicamente la carità verso Dio e verso il prossimo. Era sempre disponibile, non denunciava mai stanchezza ed era molto paziente. Aveva per tutti particolare premura, sapeva intuire i momenti difficili degli altri, comunicando le parole giuste per ogni situazione. Ebbe una predilezione particolare per gli ammalati e i poveri. La sua non era soltanto la cura del malato, ma la passione del pastore che vuole assicurare la salvezza spirituale alle pecore del suo gregge. Svolse anche un’intensa attività caritativa per soccorrere i fratelli in difficoltà, in particolare attraverso la “Mensa del bimbo povero”.
Papa Francesco il 21 dicembre 2020 lo ha dichiarato Venerabile.


Fonte:
www.causesanti.va

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Aggiunto/modificato il 2020-12-27

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