L'incontro tra Gesù e la donna sorpresa in adulterio è narrato dall'Evangelista Giovanni (Gv 8,3-11).
Il Rabbi Joshua sta insegnando nella sinagoga quando gli portano “una donna sorpresa in adulterio”.
Il matrimonio, in quel tempo, (ma in molte culture ancora adesso) non si celebrava per coronare un sogno d’amore, ma veniva combinato dalle famiglie quando la ragazza era in giovane età. Vi erano dietro soprattutto motivi economici per mantenere intatto il patrimonio.
L’adulterio era abbastanza frequente e la legge, nel libro del Deuteronomio, prevedeva per la fanciulla adultera la lapidazione (che era prevista anche per l’uomo, il quale, generalmente, riusciva a farla franca!). Era sufficiente anche solo il sospetto, ma questa volta la giovane è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Così viene condotta da scribi e farisei davanti a Gesù per essere giudicata. Questo è un pretesto per mettere alla prova il Maestro:” Mosè, nella legge, comanda di lapidarla, tu che ne dici?” Qualunque sia la risposta di Gesù, come in tribunale, potrà essere usata contro di Lui! Gli fanno la domanda per poi poterlo accusare, ma Gesù non risponde, si china e inizia a scrivere col dito per terra. E’ qui importante ricordare un passo del profeta Geremia, passo ben noto a scribi e farisei:” Quanti si allontanano da te, saranno scritti nella terra (Ger. 17, 13)”. E’ un messaggio chiaro: i dèmoni tentatori sono loro, scribi e farisei, che cercano di uccidere non solo l’adultera, ma anche Gesù. Essi hanno compreso e quindi “insistevano nell’interrogarlo”. Gesù si mette a scrivere nella polvere per terra, compie un gesto che è un invito a riconoscersi peccatori, perché il peccato è la condizione non semplicemente della donna che è stata buttata là in mezzo, ma è la condizione di tutto Israele, di tutto il popolo: è la nostra condizione. Basterebbe andare a riprendere i profeti: Israele è presentato in Osea al cap. 2 come una sposa adultera.
C’è una tradizione antica che suppone che Gesù abbia scritto sulla polvere i peccati di quegli uomini che stavano accanto, o forse addirittura i peccati propri dell’umanità.
Gesù si alza e pronuncia una frase tagliente come una lama:”Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Poi riprende a scrivere. Che cosa? Forse i loro nomi, quelli degli accusatori che sono come morti!
Gesù con quella affermazione li ha disarmati, è una risposta che non era stata prevista! Secondo il diritto giudaico chi scagliava per primo la pietra era il testimone dell’accusa, ma nessuno si sente di farlo, nessuno può dirsi senza peccato. Così tutti se ne vanno alla spicciolata. I primi sono gli anziani, quelli che avevano il potere di emettere le sentenze.
Ora la scena cambia: nella piazza ormai deserta sono rimasti Gesù e la donna. Gesù mostra tutta la sua tenerezza e il suo amore verso di lei. La miseria si incontra con l’infinita misericordia. Non c’è condanna, non c’è sentenza, non c’è giudizio, non c’è neppure la richiesta di pentirsi:” Dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?” Ed ella risponde:” Nessuno, Signore”.
Gesù ci mostra il Dio della vita, che non condanna ma assolve. E’ venuto a difendere la vita, Egli è il Paraclito, l’avvocato difensore.
Gesù perdona la donna e la invita a non ripetere il suo errore. Non c’è rimprovero, ma solo un invito a rivedere la propria condotta.
Questo passo che si trova nel Vangelo di Giovanni, pare che non sia compatibile con lo stile giovanneo; sembra piuttosto appartenere all’evangelista Luca e per trovare ospitalità nei vangeli canonici, ha dovuto attendere secoli. La pericope dell'adultera è riconosciuta pressoché unanimemente dagli studiosi, come un'aggiunta posteriore.
L’atteggiamento di misericordia, tenerezza, perdono di Gesù, era così “scandaloso” che si fece grande fatica prima di accettarlo! La prime comunità rifiutavano una rivoluzione così sconvolgente, si riteneva infatti che questo episodio presentasse un Gesù che giustifica l’adulterio.
L'infedeltà e l’adulterio sono tradizionalmente presentati per simboleggiare il peccato fondamentale dell’abbandono di Dio. Gesù si mostra sempre pieno di misericordia per le debolezze e i fallimenti umani (anche con la donna sorpresa in adulterio), mentre non tollera l’ipocrisia, la falsità, il desiderio di possesso e di denaro, il nostro sentirci autosufficienti, il nostro mancato riconoscimento del bisogno di essere perdonati.
Il rapporto tra Dio e il suo popolo è un rapporto di “matrimonio”, un rapporto di alleanza, quindi di fedeltà; rompere questo rapporto significa commettere un peccato di adulterio, un tradire l’amore che ci lega a Lui indissolubilmente.
Autore: Maria Adelaide Petrillo
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