Montecassiano, Macerata, 15 luglio 1552 – Batignano, Grosseto, 14 agosto 1621
E’ stato un agostiniano scalzo, vissuto tra il XVI e XVII secolo, che desiderava trascorrere la sua esistenza nella più profonda umiltà e nel più completo nascondimento.
|
Stefano Nicolucci nacque il 15 luglio 1552 a Montecassiano in provincia di Macerata. Sentita da giovane la vocazione religiosa, a soli 18 anni, nel 1570 viene accolto tra gli agostiniani nel convento di San Marco del suo paese natale. Una volta entrato nella comunità assunse il nome di Giovanni di San Guglielmo.
Dopo esser stato ordinato sacerdote nel 1576, venne scelto quale s maestro dei novizi nel convento di San Felice di Giano in provincia di Perugia.
Il suo insegnamento si traduceva quotidianamente con il suo esempio di vita, con l’amore alla preghiera e alla penitenza.
Dopo quest’incarico padre Giovanni di San Gugliemo, fu nominato priore del convento di San Marco nel suo paese natale. Anche qui tutti ricordano la sua vita esemplare e la sua predicazione.
L’ideale di vita per padre Giovanni di San Gugliemo era, quello di poter vivere in umiltà e nel nascondimento e ignorato da tutti.
Per questo motivo padre Giovanni di San Gugliemo chiede, ed ottiene dai suoi superiori dell’ordine religioso, di entrare nell’eremo di San Guglielmo nella Maremma toscana. L’unico impegno che gli chiesero i suoi superiori era di non abbandonare la predicazione.
Padre Giovanni di San Gugliemo predicò la Quaresima nella chiesa agostiniana di Sant’Agostino a Roma, sede della Curia Generalizia.
Il Padre Generale scriveva nei suoi resoconti che “Giovanni da Monte Casciano, ha predicato la Quaresima nella chiesa di S. Agostino dell’Urbe, dove, a causa della sua santa vita, non solo accorrevano numerose folle ma anche i principi, cavalieri e signori romani, i quali lo ascoltavano con piacere, e molti Rev.mi Cardinali e principi dell’Urbe, prima che partisse, lo vollero vedere, toccare e ascoltare con singolare devozione e riverenza, chiedendogli la benedizione e l ’aiuto nelle avversità”.
Quando nei primi anni del Seicento, con la nuova riforma gli Agostiniani Scalzi pensano di fondare un convento in Toscana dove c’era un piccolo romitorio a Batignano e dove in seguito sarebbe sorto il convento di Santa Croce.
Il 21 febbraio 1621, a 69 anni, Padre Giovanni di San Guglielmo ottiene da Gregorio XV la possibilità di poter entrare tra gli Agostiniani Scalzi con la dispensa dell’anno di noviziato.
Il 25 aprile dello stesso anno partì da Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto per andare nell’eremo di Santa Lucia di Batignano.
Padre Giovanni da San Guglielmo, il 3 maggio 1621 faceva la sua professione pronunciando i tre voti di povertà, castità, obbedienza, a, cui aggiunse quello di umiltà, per esaudire il suo desiderio di essere inferiore a tutti.
Nel 1615 ha scritto e pubblicato l’opuscolo stampato a Genova “La scala dei quindici gradi (per la quale con molta facilita si può arrivare alla vera perfezione cristiana)”.
Padre Giovanni da San Guglielmo, il 14 agosto 1621 è morto in concetto di santità.
Ai suoi funerali, a Batignano presieduti dal Vescovo di Grosseto, avvenne con la partecipazione di una folla numerosissima.
Dopo la sua morte attraverso l’intercessione di Padre Giovanni vennero ottenute numerose grazie e miracoli, tanto da indurre ad iniziare il processo canonico per la sua beatificazione e canonizzazione.
Il 21 settembre 1770, Papa Clemente XIV ha emesso il decreto sulle eroicità delle virtù, dichiarando venerabile Padre Giovanni di San Guglielmo.
Nel periodo 1772-1896 si tennero i processi su alcuni miracoli, dando per certa la conclusione favorevole. Per questo, nel 1897, Padre Celestino Tani scrisse il “Compendio della vita del Ven. P. Giovanni da S. Guglielmo”, assegnandoli il titolo di Beato.
A Batignano in provincia di Grosseto, la sua memoria è ancora viva tanto che i fedeli lo chiamano beato.
Autore: Mauro Bonato
|