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† Chinique, Guatemala, 22 luglio 1980
Rosalío Benito Ixchop, di cui non si conoscono esattamente luogo e data di nascita, fu uno dei primi catechisti di La Puerta, frazione di Chinique, nel dipartimento di El Quiché in Guatemala, quando venne avviata, negli anni ’40 del 1900, l’Azione Cattolica Rurale. Pur essendo illetterato, imparò a recitare il Rosario e a cantare canti religiosi, seguendo però incontri formativi per apprendere a leggere. L’operato dei catechisti portò un miglioramento anche nella vita degli abitanti di Chinique, ma, in un clima di aperta persecuzione contro la Chiesa, appariva un elemento di disturbo. Per questa ragione, il 22 luglio 1980 (ma altre fonti indicano che sia avvenuto nello stesso giorno del 1982), Rosalío venne assassinato. Incluso nella causa di beatificazione che comprendeva tre Missionari del Sacro Cuore e altri sei laici della diocesi di Quiché, è stato con loro beatificato il 23 aprile 2021, sotto il pontificato di papa Francesco.
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Rosalío Benito Ixchop, di cui non si conoscono esattamente luogo e data di nascita (alcune fonti locali indicano che sia nato il 16 agosto 1914, altre che l’anno giusto sia il 1902), fu uno dei primi catechisti di La Puerta, frazione di Chinique, nel dipartimento di El Quiché in Guatemala, quando venne avviata, negli anni ’40 del 1900, l’Azione Cattolica Rurale.
All’epoca, a causa della mancanza di una presenza stabile di sacerdoti nella zona, fu deciso d’individuare delle persone incaricate di accompagnare con la preghiera i momenti importanti della vita comunitaria, soprattutto le veglie funebri.
Rosalío si prestò volentieri a quel servizio: iniziò a recitare il Rosario e a cantare canti religiosi, imparando tutto a memoria, perché non sapeva né leggere né scrivere. Per questa ragione, come facevano altri catechisti, partecipava regolarmente ad alcuni incontri formativi a Chichicastenango, portandosi da mangiare da casa e fermandosi a bere un caffè nel mercato del luogo.
Inoltre arredava la chiesa e faceva in modo che tutto fosse preparato a dovere per le varie celebrazioni. Il suo ruolo di guida era indiscutibile: grazie alla sua dedizione alla comunità, unita al fatto che era già avanti negli anni, si era procurato il rispetto, l’affetto e l’ammirazione di tutti i compaesani.
I catechisti si occupavano anche di preparare le famiglie al matrimonio e i bambini alla Prima Comunione. Mentre la vita religiosa della comunità cresceva sempre di più, tanto da portare alla costruzione di una chiesetta, si fortificava anche il senso civico: vennero quindi realizzate le infrastrutture basilari, come una strada non asfaltata e i condotti dell’acqua potabile.
Quando venne istituito il primo Comitato Direttivo dell’Azione Cattolica Rurale a Chinique, i soci prestarono un giuramento di fedeltà: se anche fossero stati minacciati di morte o se qualcuno avesse osato ucciderli, sarebbero andati avanti col loro lavoro.
Rosalío fu fedele alla parola data fino al 22 luglio 1980 (o, secondo fonti locali, alla stessa data del 1982), quando fu assassinato da uomini dell’Esercito insieme a suo figlio Pedro. Lo stesso giorno vennero massacrate altre quarantotto persone di Chinique. L’accaduto s’inseriva nel clima di aperta persecuzione contro la Chiesa, avviata specialmente da parte dei grandi proprietari terrieri, che vedevano un elemento di disturbo nell’annuncio portato avanti soprattutto dai catechisti laici.
Ogni anno la comunità cristiana del luogo ricorda il sacrificio dei propri compaesani, ma solo Rosalío è stato incluso nella causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva tre Missionari dei Sacri Cuori e altri sei laici della diocesi di Quiché.
Il processo diocesano si svolse dal 21 luglio 2007 al 22 marzo 2013; il nulla osta fu rilasciato dalla Santa Sede il 4 settembre 2007. La convalida giuridica degli atti del processo arrivò il 17 ottobre 2014, mentre la “Positio super martyrio” fu consegnata nel 2018.
Il 23 gennaio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui veniva riconosciuto il martirio di Rosalío Benito Ixchop e compagni, aprendo la via alla loro beatificazione.
La celebrazione si è svolta nella cattedrale della Santa Croce a Santa Cruz del Quiché, il 23 aprile 2021, presieduta dal cardinal Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo della diocesi di Huehuetenango, come delegato del Santo Padre.
Autore: Emilia Flocchini
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