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Montgai, Urgell, Lérida, Spagna, 25 maggio 1912 - Lérida, Spagna, 20 agosto 1936
Francisco (in catalano, Francesc) Segalà Solé nacque il 25 maggio 1912 a Montgai, nella comarca di Noguera in Catalogna e in diocesi di Urgell. Studiò per due anni nel Seminario diocesano di Urgell, ma dopo aver incontrato, durante le vacanze estive, due carmelitani scalzi, padre Silverio di San Luigi Gonzaga e Bernardo della Sacra Famiglia, decise di continuare gli studi nel Seminario minore dello stesso Ordine a Palafrugell. Iniziò il noviziato nel 1928 ed emise la professione religiosa l’8 settembre 1929, col nome di fra Francesco dell’Assunzione; fu ordinato sacerdote l’11 aprile 1936. Pochi mesi dopo, allo scoppio della guerra civile spagnola, uscì dal convento in abito secolare, ma venne riconosciuto per via della tonsura. Dopo alterne vicende, riuscì a tornare al suo paese, dove si era rifugiato suo fratello Pablo, sacerdote diocesano. I due fratelli si tennero nascosti per qualche tempo, poi si consegnarono al locale Comitato rivoluzionario perché i loro familiari erano stati minacciati di morte, se loro non si fossero presentati. Furono imprigionati e portati nella città di Lérida, dove vennero nuovamente incarcerati. Il 20 agosto vennero estratti dalla prigione dove padre Francesco aveva ritrovato padre Silverio di San Luigi Gonzaga, e con lui fucilati di fronte a una fossa comune nel cimitero cittadino. Inclusi nella causa di beatificazione che comprendeva altri due confratelli Carmelitani Scalzi e il già citato padre Silverio, vennero beatificati a Tarragona il 13 ottobre 2013, sotto il pontificato di papa Francesco.
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Francisco (in catalano, Francesc) Segalà Solé nacque il 25 maggio 1912 a Montgai, nella comarca di Noguera in Catalogna e in diocesi di Urgell, da José Segalà Sorribes e Cecilia Solé Massana. Fu battezzato nella chiesa parrocchiale di Montgai il 28 maggio 1912.
A undici anni, dopo che, il 23 marzo 1923, ebbe ricevuto la Cresima nella parrocchia di Penelles, entrò nel Seminario di Urgell. Due anni dopo, mentre frequentava i corsi di umanità (corrispondenti al ginnasio), incontrò, durante le vacanze estive, due carmelitani scalzi, padre Silverio di San Luigi Gonzaga e Bernardo della Sacra Famiglia, impegnati in una predicazione.
Affascinato dal carisma carmelitano, Francisco decise di continuare gli studi presso il Seminario minore che i Carmelitani Scalzi avevano a Palafrugell, presso la quale completò il corso di umanità.
Nel 1928, a sedici anni, iniziò il noviziato tra i Carmelitani Scalzi a Tarragona. L’8 settembre 1929 emise la professione religiosa e assunse il nome di fra Francesco dell’Assunzione. Durante il periodo degli studi, tenne una calorosa corrispondenza con suo fratello Pablo, sacerdote diocesano.
Dopo aver frequentato per tre anni i corsi di filosofia a Badalona, e per altri tre anni quelli di teologia a Barcellona, fu ordinato sacerdote l’11 aprile 1936 dal vescovo monsignor Manuel Irurita y Almándoz.
Nel mese di luglio 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, anche il santuario della Madonna del Carmelo venne assaltato. A quel punto, padre Francesco, insieme con padre Matías Palau, lasciò il convento in abito secolare: tuttavia, venne riconosciuto come religioso a causa della tonsura. Condotto alla Centrale di Polizia, venne rilasciato per intervento di un membro della Guardia de Asalto (la polizia speciale creata dalla Repubblica Spagnola per fronteggiare le rivolte cittadine).
Appena libero, si recò alla clinica del dottor Llauradó Julià de Sants, dov’era stato ricoverato un altro suo fratello, Manuel, per un intervento chirurgico; la loro madre era con lui. In quel periodo fu ospitato da una famiglia fino a quando suo fratello non venne dimesso dall'ospedale; a quel punto, con lui e con la madre, fece ritorno a Montgai.
Arrivati a Tàrrega, ormai di notte, vennero fermati, ma la madre, con le parole giuste, ottenne la loro liberazione. La mattina dopo giunsero a Montgai, dove trovarono don Pablo, l’altro fratello, arrivato da Montroig, dov’era parroco-tesoriere.
I due fratelli si nascosero per alcuni giorni, ma intorno al 20 agosto i miliziani vennero a cercarli: se entrambi non si fossero presentati al Comitato cittadino, i loro familiari sarebbero stati uccisi. Di fronte a tale minaccia, decisero di consegnarsi. Furono imprigionati e portati nella città di Lérida, dove vennero nuovamente incarcerati.
Il 20 agosto vennero estratti dalla prigione: lì padre Francesco aveva ritrovato padre Silverio di San Luigi Gonzaga, che allo scoppio della guerra civile era maestro dei novizi a Tarragona. Vennero quindi fucilati di fronte a una fossa comune nel cimitero cittadino. Lo stesso giorno avvenne la fucilazione di altre settantasette persone tra religiosi e sacerdoti; vennero tutti sepolti nella fossa comune.
Padre Francesco, don Pablo e padre Silverio furono inclusi nella stessa causa di beatificazione e canonizzazione, che comprendeva anche padre Giovanni di Gesù e fra Bartolomeo della Passione, della comunità dei Carmelitani Scalzi del santuario di Santa Teresa del Bambino Gesù a Lérida.
La fama del loro martirio diffusa nella comunità ecclesiale portò, dopo l’ottenimento del relativo nulla osta, allo svolgimento del processo informativo che si svolse tra il 1952 e il 1954 presso la diocesi di Lérida. La validità di tale processo venne riconosciuta con decreto del 31 gennaio 1992.
Dopo la presentazione della “Positio super martyrio” alla Congregazione delle Cause dei Santi, nel 2000, si tenne la riunione particolare dei Consultori teologi il 4 dicembre 2010, che espressero parere favorevole.
I cardinali e i vescovi membri della Congregazione, riuniti in sessione ordinaria il 7 maggio 2013, riconobbero che i quattro carmelitani scalzi e il sacerdote diocesano erano stati uccisi per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Il 3 giugno 2013 papa Francesco autorizzò la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il loro martirio.
La loro beatificazione venne celebrata presso il Complesso Educativo di Tarragona il 13 ottobre 2013, presieduta dal cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. Nella stessa celebrazione furono elevati agli altari in tutto cinquecentoventidue martiri spagnoli del XX secolo, la cui memoria liturgica venne fissata al 6 novembre.
Autore: Mauro Bonato
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