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Venerabile Alessandro Bálint Padre di famiglia

Festa: .

Szeged-Alsóváros, Ungheria, 1° agosto 1904 - Budapest, Ungheria, 10 maggio 1980

Alessandro Bálint, fedele laico e padre di famiglia, è stato dichiarato Venerabile da Papa Franccesco in data 22 maggio 2021.



Il Servo di Dio Alessandro Bálint nacque il 1° agosto 1904 a Szeged-Alsóváros (oggi Ungheria), in una famiglia di contadini. Figlio unico, iniziò gli studi primari nel 1910 e conseguì la maturità classica nel 1922. Laureato in Filologia Ungherese e Storia, presso l’Università di Szeged, frequentò alcuni corsi di specializzazione presso l’Università di Budapest, dove cominciò l’attività di ricercatore. Nel 1926 vi conseguì il titolo dottorale con il massimo dei voti ed iniziò ad insegnarvi dapprima come professore sostituto e poi come assistente. Nel 1931, superato l’esame per la docenza magisteriale, venne nominato presso il Magistero Cattolico Reale di Szeged dove, nel 1929, era stata inaugurata la prima cattedra ungherese di etnologia. Nel 1934 ottenne anche l’abilitazione alla docenza presso la Facoltà di Lettere nell’Università degli Studi a Szeged. Contemporaneamente, entrò a far parte del Movimento Cattolico Nazionale dei Giovani Agrari (KALOT), ispirato alla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica.
Nel 1935 sposò Sarolta Maddalena Németh.
Durante il periodo bellico degli anni ’40, seppe trasmettere agli studenti sentimenti di magnanimità e altruismo, condannando ogni forma di oppressione e di razzismo.
Nel 1943 fondò il Movimento Popolare dei Socialisti Cattolici e, l’anno successivo, partecipò alla fondazione del Partito Popolare Democristiano, nel quale confluì il KALOT.
Nel 1944, la moglie lo abbandonò e si trasferì a Budapest, ottenendo, l’anno dopo, dal Tribunale ecclesiastico, la dichiarazione di nullità matrimoniale. Nel luglio 1945 Sarolta Németh, dall’unione con un altro uomo, ebbe un figlio, che sarà poi adottato dallo stesso Servo di Dio. Per il bambino e la madre in difficoltà economiche, egli prese un appartamento in affitto, sostenendoli umanamente e inviando loro regolarmente cibo e denaro per il mantenimento.
Nel 1945, si iscrisse al Partito Popolare Democratico Cristiano (KDNP), divenendone successivamente Dirigente e Deputato al Parlamento. Nel 1947 fu nominato Professore Ordinario di Etnografia nell’Università di Szeged. Nel 1949 presentò le proprie dimissioni da parlamentare e, nel 1951, venne privato dell’insegnamento, poiché persona non gradita per la sua militanza nel Partito Popolare. Nel 1966, costretto ad andare in pensione, si dedicò a scrivere libri sull’etnografia religiosa.
Quando Sarolta Németh si ammalò gravemente di Parkinson, il Servo di Dio la riprese in casa, curandola con abnegazione e continuando ad aiutare economicamente il figlio di lei. Dopo la morte della moglie, nel 1980, rimase solo ed ammalato.
Investito da un’auto, morì a Budapest (Ungheria) il 10 maggio 1980.
La vita di fede del Servo di Dio fu caratterizzata da intensa e assidua preghiera, partecipazione alla Santa Messa, vita sacramentale regolare, profonda devozione eucaristica e mariana, assoluta adesione al Magistero della Chiesa, specialmente nell’ambito della dottrina sociale. Con l’esempio insegnò che la fede si deve rispecchiare nel comportamento di ogni credente.
L’affidamento totale al Signore, gli permise di affrontare molteplici tribolazioni con ammirevole serenità e tranquillità. Pur avendo dovuto subire durissime prove sia nella vita privata che in quella sociale e professionale, il Servo di Dio non si abbatté mai. Dimostrò eroica speranza in ogni sua azione, offrendo un sostegno morale e materiale alle persone che lo circondavano. Nello stesso tempo s’impegnò a mantenere un intenso ritmo di attività quotidiane, difendendo sempre e ovunque le sue convinzioni cristiane. L’amore verso Dio costituì il fondamento e la corona dell’intera esistenza e fu la norma e la guida del suo pensare, parlare ed agire. Sempre attento verso le necessità dei poveri, non amò soltanto i familiari e gli amici, ma anche i rivali e gli stessi persecutori. Nonostante Sarolta Németh l’avesse abbandonato, lui la perdonò, l’aiutò materialmente e moralmente, la riaccolse in casa quando si ammalò gravemente e la curò con tenerezza fino alla sua morte. Accolse anche il figlio di lei, lo fece crescere, lo educò e lo amò come fosse il suo.


Fonte:
www.causesanti.va

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Aggiunto/modificato il 2021-06-02

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