† 29 marzo 1531
Monaca francescana del Terz'Ordine vissuta tra il XV e il XVI secolo, rimane avvolta nel mistero: le sue vicende terrene, ad eccezione della sua appartenenza al monastero di Santa Chiara in Mortara e della fama di santità che la circondava, sono state tramandate solo frammentariamente. Le sue virtù e i miracoli compiuti in vita le conferirono una venerazione popolare che la accomunò alle consorelle Beata Ippolita di Melegnano e Beata Elisabetta, con le quali è raffigurata in un affresco del Santuario di Sant'Antonio a Mortara. La data della sua morte è incerta: il 29 marzo 1531 è la più accreditata, ma alcuni ipotizzano il 9 aprile. Dopo la soppressione del monastero di Santa Chiara nel 1805, le reliquie delle tre beate, inizialmente sepolte nell'atrio del convento e poi ritrovate nel 1701, furono trasferite nella Basilica di San Lorenzo a Mortara.
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La beata Cecilia Attendoli da Cotignola era una monaca vissuta tra i sec. XV e XVI.
Poche e scarne notizie, sono state tramandate su questa beata che e in passato qualche autore l’ha chiamata erroneamente Cecilia Codignola da Vigevano.
La beata Cecilia apparteneva al Terz’ordine regolare di San Francesco. Visse tutta la sua vita nel monastero di Santa Chiara in Mortara, denominato anche monastero di San Vittore, la cui prima attestazione documentaria risale al 1480, e la sua soppressione al 1805.
La tradizione ci riporta che era una donna di virtù e che compì miracoli mentre era in vita e fu portata dal padre al monastero delle clarisse di Mortara.
Il suo nome è associato al due beate clarisse del medesimo monastero, la beata Ippolita di Melegnano e la beata Elisabetta (o Lisabetta) forse di Melegnano. Tutte e tre le beate le troviamo raffigurate insieme in un affresco nel Santuario di Sant'Antonio a Mortara.
La beata Cecilia si ritiene sia morta il 29 marzo dell'anno 1531, anche se alcuni asseriscono sia morta il 9 aprile.
Non sappiamo il luogo dove venero sepolte le tre monache beate che inizialmente furono seppellite nell'atrio del monastero, ma che col tempo si persero le tracce della loro sepoltura, fino al 1701 anno in cui di don Pietro Francesco Guelfio, confessore del monastero scrisse questa relazione: “Premesso un digiuno e dopo una ricerca fatta con ogni diligenza trovarono i corpi delle BB. Ippolita da Melegnano, Cecilia da Cotignola ed Elisabetta da Mortara nell'atrio contiguo alla chiesa ridotti a ossa candide e lucide come soave alabastro, spiranti odore soave, e il 18 giugno, giorno di sabato avanti la terza domenica dopo Pentecoste, li deposero in altra cassa particolare”.
Pianzola nel suo testo sulla Collegiata di San Lorenzo, afferma che i corpi ritrovati furono solamente due e con la soppressione del monastero di Santa Chiara, le reliquie furono portate nella Basilica di San Lorenzo.
L’autore afferma che il vescovo Francesco Maria Milesi (1747-1819), nella sua visita pastorale, non riconoscendo sufficienti le prove circa il culto e l'identità delle tre beate, in quanto l'archivio del monastero era andato distrutto, ordinò di far sparire in segreto la cassetta con i loro resti, della quale non si seppe più nulla.
Secondo le cronache di Ercole Delconte, la cassetta con le reliquie potrebbe essere collocata in una zona segreta della Basilica di San Lorenzo.
Nel Martirologio Francescano la beata Cecilia Attendoli da Cotignola è ricordata e festeggiata nel giorno 29 marzo.
Autore: Mauro Bonato
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