† 23 maggio 1530
Si presume sia vissuta tra il XV e XVI secolo nel monastero di Santa Chiara a Mortara, dedicandosi alla vita religiosa. Dopo la sua morte, avvenuta il 22 maggio 1530, Elisabetta fu annoverata tra le Beate per la sua devozione e le sue virtù. Le informazioni su di lei sono però frammentarie e spesso contraddittorie, alimentando il fascino che la circonda. Le sue vicende si intrecciano con quelle di altre due Beate, Cecilia da Cotignola e Ippolita da Melegnano, con cui condivideva la vita conventuale. Le tre monache sono raffigurate insieme in un affresco a Mortara, simbolo di un legame spirituale che trascende la morte. Le loro spoglie subirono un destino incerto. Ritrovate nel 1701, scomparvero misteriosamente con la soppressione del monastero nel 1805.
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La beata Elisabetta o Lisabetta probabilmente di Melegnano era una monaca vissuta tra i sec. XV e XVI.
Poche e scarne notizie, sono state tramandate su questa beata.
La beata Cecilia apparteneva al Terz’ordine regolare di San Francesca. Visse tutta la sua vita nel monastero di Santa Chiara in Mortara, denominato anche monastero di San Vittore, la cui prima attestazione documentaria risale al 1480, e la sua soppressione al 1805.
Il suo nome è associato al due beate clarisse del medesimo monastero, la beata Ippolita di Melegnano e la beata Elisabetta (o Lisabetta) forse di Melegnano. Tutte e tre le beate le troviamo raffigurate insieme in un affresco nel Santuario di Sant'Antonio a Mortara.
La beata Elisabetta si ritiene sia morta il 22 maggio dell'anno 1530.
Non conosciamo il luogo dove venero sepolte le tre monache beate che inizialmente furono seppellite nell'atrio del monastero, ma che col tempo si persero le tracce della loro sepoltura, fino al 1701 anno in cui di don Pietro Francesco Guelfio, confessore del monastero scrisse questa relazione: “Premesso un digiuno e dopo una ricerca fatta con ogni diligenza trovarono i corpi delle BB. Ippolita da Melegnano, Cecilia da Cotignola ed Elisabetta da Mortara nell'atrio contiguo alla chiesa ridotti a ossa candide e lucide come soave alabastro, spiranti odore soave, e il 18 giugno, giorno di sabato avanti la terza domenica dopo Pentecoste, li deposero in altra cassa particolare”.
Pianzola nel suo testo sulla Collegiata di San Lorenzo, afferma che i corpi ritrovati furono solamente due e con la soppressione del monastero di Santa Chiara, le reliquie furono portate nella Basilica di San Lorenzo.
L’autore afferma che il vescovo Francesco Maria Milesi (1747-1819), nella sua visita pastorale, non riconoscendo sufficienti le prove circa il culto e l'identità delle tre beate, in quanto l'archivio del monastero era andato distrutto, ordinò di far sparire in segreto la cassetta con i loro resti, della quale non si seppe più nulla.
Secondo le cronache di Ercole Delconte, la cassetta con le reliquie potrebbe essere collocata in una zona segreta della Basilica di San Lorenzo.
Nel Martirologio Francescano la beata Elisabetta o Lisabetta è ricordata e festeggiata nel giorno 23 maggio.
Autore: Mauro Bonato
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