Secondo Benedetto XIV sarebbe nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia che risulterebbe «conservato l’anello col quale, secondo una pia credenza, san Giuseppe sposò la Santa Vergine».
Fabbricato a partire da un pezzetto di onice, la reliquia ha una lunga storia: nel 985 un orafo di Chiusi lo comprò da un mercante di Gerusalemme; qualche secolo più tardi l’oggetto finì esposto nella chiesa cittadina gestita dai Francescani. Nel 1473 un monaco tedesco, fratel Winter di Magonza, la rubò con l’intento di portarla in patria. Una nebbia prodigiosa, però, avrebbe fermato il monaco a Perugia, dove il pio ladro si risolse a lasciare la reliquia per proseguire la strada.
Fondata nel 1487, la Compagnia del Santo Anello di San Giuseppe ne assicura la custodia da quel dì: per accedere al reliquiario, contenuto in uno scrigno, bisogna usare 14 chiavi! Lo scrigno, poi, è dissimulato da una facciata lignea che si direbbe simile a un armadio a quattro ante. La prima protezione è una grata di ferro fabbricata dai fabbri di Monte Melino. La seconda è un tronco in legno massiccio all’interno del quale si trova un prezioso reliquiario risalente al 1517: è nella sua parte superiore che si trova l’anello. La reliquia non è esposta alla venerazione dei fedeli che tre volte l’anno: il lunedì dopo Pentecoste, il 3 luglio e il 3 agosto.
Autore: Marzena Wilkanowicz-Devoud
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