Castel Goffredo, Mantova, 8 novembre 1877 - Castel Goffredo, Mantova, 19 settembre 1926
Maestro elementare ucciso dai fascisti e indicato dalla Diocesi di Mantova nell’elenco dei martiri del XX secolo in occasione della celebrazione del grande Giubileo del 2000.
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Anselmo Cessi, nato a Castel Goffredo, in provincia di Mantova, l'8 novembre 1877, ebbe dalla famiglia una formazione cristiana intensa.
Visse in un contesto storico post-risorgimentale intriso dei valori dell’unità nazionale ma attraversato profondamente dalle vicende della presa di Roma con il conseguente gelo tra Stato e Chiesa, dalle rivolte contadine e operaie tese al recupero dei diritti civili dei lavoratori più poveri, dal forte atteggiamento positivista e anticlericale delle correnti di pensiero liberale, radicale e socialista.
Fu un convinto assertore dell’unità nazionale tanto che fu favorevole all’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale. Combatté strenuamente l’anticlericalismo al punto da avere in simpatia, per un attimo, le prime espressioni del fascismo contro socialisti e comunisti.
Di fatto la sua vita si espresse in gran parte all’interno della sua parrocchia dell’alto mantovano più vicina al contesto bresciano per la vitalità della comunità e per la partecipazione alla vita sacramentale che non la stragrande maggioranza delle parrocchie mantovane inserite in Comuni profondamente “rossi”.
Oltre al forte impegno per la difesa della Chiesa e del Papa, insieme con il proprio parroco (ex compagno di studi e amico) operò intensamente per la crescita del movimento cattolico secondo l’enciclica “Il fermo proposito”. Si impegnò in politica nelle file dei democratico-cristiani di inizio novecento poi nel Partito Popolare di don Sturzo sia a livello locale che a livello provinciale. Si adoperò a far crescere la traballante Associazione dei maestri cattolici assumendo la presidenza provinciale dal 1913 fino alla morte; fece partire e diresse la Cassa rurale locale.
In una parrocchia dove, negli anni venti, ci fu un forte risveglio ecclesiale con la nascita, tra l’altro, dei circoli giovanili maschile e femminile e dell’unione uomini dell’Azione cattolica, probabilmente Anselmo Cessi aderì all’associazione ma questo non è verificato.
Nell’aprile del 1920 fu costituito il Fascio anche a Mantova e negli anni immediatamente successivi prese con la forza il potere in tutti i Comuni, assalì e distrusse sedi di partiti (PSI, PCI, PPi), di sindacati, di circoli, malmenò avversari politici e preti, impose la chiusura di oratori e di associazioni attivando l’Opera nazionale Balilla.
Il maestro Cessi, direttamente o dalle righe dei giornali dei Maestri cattolici e dell’Azione Cattolica finché riuscirono a pubblicare, non cessò di professare l’ideale della tolleranza e del confronto civile contro la politica della violenza.
La sera del 19 settembre 1926 fu aggredito col bastone da due fascisti mentre rincasava con la moglie; probabilmente a causa della sua forte reazione uno dei due gli sparò un colpo alla testa uccidendolo.
Forse in lui volevano dare una lezione al parroco, forse non intendevano ucciderlo; sta di fatto che, pur riconosciuti dalla moglie, furono assolti e l’omicidio passò sotto silenzio.
Fonte:
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Azionecattolicamantova.it
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