Berbenno di Valtellina, Sondrio, 26 gennaio 1924 - Lima, PerĂ², 2 dicembre 2018
Salesiano, don Ugo De Censi nel 1967 aveva fondato l'Operazione Mato Grosso, una missione per i più poveri del Sud America, non tanto per assisterli ma per liberarli dalla povertà e renderli protagonisti, sullo stile di Don Bosco. Aveva incontrato Papa Francesco in Perù nel gennaio 2018.
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Diventa missionario attraverso un missionario
Nato a Berbenno di Valtellina, in provincia di Sondrio, il 26 gennaio 1924, Don Ugo viene ordinato sacerdote tra i Salesiani l'8 marzo 1951. Nel 1965 incontra in Italia un missionario giunto dal Brasile e viene toccato dalla sua testimonianza sulla povertà e la sofferenza delle popolazioni sudamericane. Non resta indifferente, vuole subito intervenire in modo concreto: raccoglie fondi per andare ad aiutarlo sul posto.
Tra i poveri delle Ande
Da questa esperienza, che coinvolge vari giovani, nasce l’idea di una missione non occasionale ma permanente: nel 1967 fonda l'Operazione Mato Grosso per aiutare le popolazioni delle Ande. Nel 1976 si trasferisce definitivamente a Chacas, un paesino nella Cordillera Blanca a 3400 metri d’altezza. Non vuole assistere i poveri da ricco, ma vuole vivere in mezzo ai poveri, fare la loro vita, condividere le loro gioie e le loro sofferenze. Nel 1979 apre una scuola d’intaglio del legno sul modello dei laboratori inventati da Don Bosco. Non desidera solo assistere, ma liberare dalla povertà. Pian piano crea oratori, istituti pedagogici, case per bambini abbandonati e perfino un seminario e un ospedale. Il suo amore per i poveri, in cui vede il volto di Gesù, contagia tantissimi giovani. Le sue comunità si estendono dal Perù all'Ecuador, dalla Bolivia al Brasile.
Un movimento aconfessionale che genera vocazioni
L’Operazione Mato Grosso è un movimento aconfessionale: “Credere o non credere - si legge sul sito ufficiale - non ha importanza per aiutare gli altri. Con una vita buona si ricerca la verità”. E in effetti dal movimento nascono numerose vocazioni. Don Ugo diceva: “È quasi inevitabile. Noi non chiediamo se credi in Dio o no. Tu lavora, fai la carità, e dopo vedrai che a un certo punto, aiutando i poveri, tu avrai bisogno di Dio, sentirai questa necessità, questo desiderio di conoscerlo. Fate attenzione - dico ai miei ragazzi - che la testa ci porta lontano da Dio. A Lui ci arrivi con il lavoro, con la fatica, le gambe, con le mani e con i piedi, camminando, donando la vita”. Predicava fatica e amore. Non era amante delle regole: “Non fissatevi sulle regole, ma su Dio” era il suo monito: “Quando avete perso Dio avete perso tutto”.
Fonte:
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www.vaticannews.va
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