IV-V sec.
Vescovo di Arsinoe, secondo la tradizione della Chiesa cipriota fu il secondo a sede episcopale, nato a Paphos, visse tra la fine del IV e l'inizio del V secolo. La sua vita e il suo episcopato sono quasi sconosciuti, ma nel testo sulla vita di san Arcadio, vescovo di Arsinoe, è nominato tra i suoi predecessori. San Neophyto il Recluso, in un elogio dei santi vescovi di Arsinoe, loda Ariston come uomo forte nella lotta contro i demoni. Aristone era venerato solo nell'isola di Cipro.
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Sant’Aristone (o Ariston) si ritiene sia stato un vescovo di Arsinoe, una località situata nella costa occidentale dell’isola di Cipro.
Arsinoe era un'antica sede episcopale cipriota, della quale conosciamo solo nel primo millennio il vescovo Prosechio, che si fece rappresentare al Concilio di Calcedonia del 451 da Sotero di Teodosiana.
Sappiamo ben poco su sant’Aristone.
Il suo nome compare nel manoscritto greco n.1189, che si trova presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, che contiene otto panegirici di altrettanti santi ciprioti.
Nel testo sulla vita del vescovo Sant’Arcadio, viene nominato sant’Aristone tra i suoi predecessori.
Anche se in alcuni testi si ipotizza che sant’Aristone, sia stato il secondo vescovo della diocesi, nato a Paphos e vissuto tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, non sappiamo la durata del suo episcopato.
San Neofito il Recluso scrisse un elogio per i primi vescovi di Arsinoe, San Nicholas, Ariston, Nikon e Arkadios. “Il meraviglioso Arkadios, e quello intitolato alla vittoria, Nikon il Grande, e il famoso Ariston, che eccelle nella lotta contro i demoni, lira a tre voci dello Spirito, base a tre strati della Chiesa….”
Sant’Aristone era venerato solo nell’isola di Cipro.
Nel villaggio di Choli sono rimasti i ruderi di una chiesa che gli era stata dedicata. La cappella sorgeva solitaria e si trovava a trecento metri dalla chiesa principale. L’interno della cappella era decorato con affreschi e icone fino a ottant’anni fa.
Nell’isola di Cipro, sant’Aristone era festeggiato e ricordato nel giorno 22 febbraio.
Autore: Mauro Bonato
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