Jadviga nasce nel villaggio Janiševka, governatorato di Kiev. Abita a Kiev, lavora come sarta in un asilo per bambini ed è parrocchiana della chiesa di S. Nikolaj.
Nel 1930 è inclusa nell’inchiesta di gruppo di sacerdoti e laici i cattolici (Processo “Krasnevskij”). E’ accusata di essere un estremista nazionalista, ma non viene condannata. L’8 giugno 1937 è implicata in una seconda inchiesta di cattolici (Processo “Sambor”) accusata di “svolgere attività controrivoluzionaria, nazionalistica e spionistica in favore della Polonia”. Il 9 agosto 1937 viene condannata alla pena capitale.
Jadviga Michajlovna Adamovič è fucilata il 15 agosto 1937.
Fonte:
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www.russiacristiana.org
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