X sec.
Nata in una famiglia nobile, e ma non di stirpe reale come affermano alcuni, che alla morte del marito decise di abbandonare ogni agio per ritirarsi a condurre una vita da penitente nella zona di Glastonbury. Quando il vescovo san Dunstano fondò un monastero in quella zona, la vedova Elfleda lo volle come guida e direttore spirituale. Grazie alla sua vita da reclusa e penitente, ebbe la venerazione di molte persone e anche del re Etelstano. Dalle notizie riportare, si ritiene che sia morta in età avanzata, dopo l’anno 950.
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La storia di Santa Elfleda (Etelfleda o Etelfreda) ci giunge attraverso la preziosa testimonianza della biografia di San Dunstano, vescovo di Worcester, redatta intorno al X secolo.
Poco si conosce delle sue origini familiari, se non che Elfleda apparteneva a una nobile stirpe, contrariamente a quanto asserito da alcune fonti che la vogliono di sangue reale. La sua esistenza si snoda nel contesto storico dell'Inghilterra altomedievale, un'epoca di profondi cambiamenti religiosi e politici.
Alla morte del marito, Elfleda compì una scelta radicale: abbandonò le comodità e i privilegi della sua posizione sociale per abbracciare una vita di penitenza e ritiro spirituale. Si ritirò nella zona di Glastonbury, luogo già noto per la sua aura di sacralità e per la presenza di una comunità di eremiti.
La fama di santità di Elfleda crebbe rapidamente, attirando la venerazione di molti fedeli, tra cui il re Etelstano. Fu proprio in questo contesto che la sua vita eremitica si intrecciò con quella di San Dunstano, figura di spicco della Chiesa anglosassone. Quando il vescovo fondò un monastero a Glastonbury, Elfleda ne divenne discepola e guida spirituale, traendo grande beneficio dalla sua saggezza e dal suo insegnamento.
Elfleda si spense in età avanzata, dopo l'anno 950, lasciando un segno indelebile nella memoria della comunità di Glastonbury. La sua fama di santità varcò i confini del monastero, tanto che il suo nome venne inserito nel Martirologio di Usvardo, fissando la sua commemorazione liturgica il 23 aprile.
Autore: Franco Dieghi
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