Roma, 28 luglio 1856 – Roma, 30 luglio 1928
Uomo di elevati sentimenti cristiani s’impegnò per il potenziamento del Circolo dell’Immacolata Concezione. Membro di diverse associazioni cattoliche, divenuto terziario francescano, nel 1886 con L. Costantini e con il servo di Dio Giulio Salvadori fondò un ricovero notturno per i ragazzi poveri e abbandonati. Convinto che la sua testimonianza evangelica si potesse vivere attraverso il lavoro, nella sua attività fornì a titolo gratuito molti complessi religiosi in India, Africa e America del Sud.
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Aristide Leonori nacque il 28 luglio 1856 a Rona da Rafael Leonori ed Anna Ianari. Primogenito di undici fratelli, ricevette la sua prima istruzione grazie all'opera di un sacerdote amico della famiglia. e a otto anni entrò nel Collegio Romano.
Nel 1875 dopo essersi diplomato presso il liceo E. Q. Visconti, nel 1880, cinque anni dopo si laureò in ingegneria edile.
Intraprese una lunga attività di progettazione di edifici religiosi, che lo portarono ad essere apprezzato in Italia e all’estero.
Ebbe diverse occasioni di lavoro nella capitale. Nel 1890 divenne curò i restauri della basilica di Santa Maria in Trastevere e progettò l’istituto dei padri apostolici Curò l’ampliamento del palazzo Imperiale Borromeo e realizzò l’ospizio dell’Addolorata al Celio.
Realizzò la chiesa di San Patrizio per gli agostiniani irlandesi, quella di San Giuseppe voluta da Luigi Guanella, la chiesa di Santa Croce che per volontà di Pio X doveva essere in stile romano basilicale per celebrare l’anniversario dell’editto di Milano, la chiesa del Sacro Cuore di via Pieve e alcuni interventi alla chiesa di santa Maria in Cosmedin.
Leonori progettò successivamente altre chiese in tutto il mondo, in Inghilterra, Eire, Nuova Zelanda, Australia, Egitto, Sudan, Argentina, India e Usa.
Uomo di elevati sentimenti cristiani s’impegnò per il potenziamento del Circolo dell’Immacolata Concezione.
Era membro di diverse associazioni cattoliche, nel 1886 divenne cavaliere di san Gregorio Magno.
Divenuto nel 1886 terziario francescano, dell’antica Fraternità OFS dell’Aracoeli, con L. Costantini e con il servo di Dio Giulio Salvadori fondò un ricovero notturno per i ragazzi poveri e abbandonati, divenuto l’ospizio San Filippo, dove ogni ragazzo poteva avere una propria cameretta. Quando la prima sede divenne insufficiente per ospitare tutti i ragazzi, nel 1893 trasferì l’ospizio in un’altra sede più grande e in quest’opera dedicò gran parte del suo tempo e delle sue risorse.
Nell’ospizio vennero organizzati per i ragazzi laboratori interni di calzoleria e di ferraio.
Nel 1907 alcuni elementi anticlericali mossero al Leonori gravi accuse sulla gestione dell’ospizio, che risultarono infondate, che lo coinvolsero in un umiliante processo dove riuscì ad ottenere il pieno riconoscimento della sua innocenza.
Dissuaso dal pontefice a riaprire l’ospizio indirizzò il suo apostolato verso altre esperienze.
Collaboratore salesiano, divenne un instancabile insegnante catechistico per la loro preparazione alla prima comunione.
Convinto che la sua testimonianza evangelica si potesse vivere attraverso il lavoro, nella sua attività fornì a titolo gratuito molti complessi religiosi in India, Africa e America del Sud.
Nel 1904 Pio X lo nominò cameriere di cappa e spada, nel 1912 divenne cavaliere di San Silvestro e nel 1916 di San Giorgio.
Nel 1910 iniziò ad avvertire i primi segnali di una male incurabile, che nel 1915 lo costrinse ad essere immobilizzato parzialmente e che lo accompagno fino alla morte avvenuta in concetto di santità il 30 luglio 1928 a Roma.
Chiamato da tutti l’ingegnere santo, dopo la sua morte, con l’affermarsi della fama delle sue virtù e per alcune grazie ricevute per sua intercessione, i suoi parenti, gli amici e molti suoi devoti ammiratori chiesero la traslazione della sua salma nella chiesa di Santa Maria D’Aracoeli. Il 16 dicembre 1931 il suo corpo venne portato nella Cappella dedicata a San Pietro d’Alcantara della medesima chiesa.
Il processo per la beatificazione di Aristide Leonori è stato avviato nel 1960 e il decreto sugli scritti è stato emesso il 20 aprile 1960.
Autore: Mauro Bonato
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