Poche e scarne sono le notizie sul Beato Stefano abate di Santa Maria della Scala di Paternò in provincia di Catania, che sicuramente visse nel XII secolo.
Il monastero che era stato fondato da alcuni monaci di rito greco, che nel XIV secolo passò alla regola benedettina.
E’ certo il fatto che re Guglielmo II il Buono aveva come segretario l’eremita greco di nome Stefano, Nel diploma del 1170, il primo documento dove si parla delle donazioni fatte al Monastero, il re normanno rivolgendosi al monaco Stefano “afferma cepisti fundare indicando cosi il primo abate che su volontà regia aveva fondato di fatto il sacro edificio di S. Maria la Scala in Paternò, dove continuavano ad esserci dei monaci greci che dovevano ubbidire all’Abate latino”.
La tradizione riporta che dopo una falsa accusa rivolta al monaco gli venne fatta troncare la mano destra. Ma grazie alle sue suppliche e al un miracolo della Madonna, la riottenne integra.
Il beato Stefano fece miracoli in vita e ne avvennero molti attraverso la sua intercessione dopo la sua morte, a testimonianza della venerazione in cui era tenuto daio monaci e dalla gente di Paternò.
La sua memoria rimase costante nel tempo attraverso una festa in suo onore celebrata con continuità nel giorno 26 dicembre.
Autore: Mauro Bonato
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